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Santo Trastevere e la sua ‘Gintoneria’

Trastevere è forse il più noto dei quartieri di Roma, per storia e creazione è quello che da sempre (qualche migliaio di anni) accoglie chiunque venga da fuori, nei secoli, pescatori, lavoratori e persone da tutto il mondo che portano con se novità e idee. Per questo e mille altri motivi non fa strano trovare in un comodo angolo di Trastevere una vera e propria Gintoneria – probabilmente la prima di queste dimensioni – in grado di presentare agli avventori una carta dei Gin da oltre cento etichette.

Siamo da Santo Trastevere e questa è la sua Gintoneria. Per i nuovi avventori, Santo Trastevere è uno dei luoghi culto della capitale, dove poter mangiare e bere bene in un locale dall’atmosfera calda e accogliente. Siamo a casa di Daniele Fadda, patron tuttofare del Santo, che da qualche tempo si è messo in testa di portare la cultura del Gin ad un livello superiore. Spesso si parla di alzare l’asticella, di fare cultura della distillazione e di poter proporre ai propri clienti qualcosa che non sia solo il solito Gin figlio del marketing e della pianificazione aziendale. Daniele ha preso a cuore la sua mission e ha prima creato una bottigliera degna di tal nome e poi l’ha riempita con una quantità di Gin davvero notevole. Ovviamente, malgrado l’impegno profuso la carta non propone solo distillati italiani (sarebbe il nostro sogno), ma ha comunque una proposta davvero importante.

Dalla cucina escono a getto continuo aperitivi, antipasti e piatti sfiziosi da provare, ma è senza dubbio la carta dei gin quella che ci intriga e per cui siamo qui. Divisa in varie sezioni geografiche – Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, Scozia, Germania, Olanda, Belgio, America e Giappone – ci pone davanti ad una scelta complessa e per quanto possiamo conoscere la materia è davvero difficile, se non impossibile, scegliere con sana consapevolezza. Daniele ti guida, ti consiglia, ti suggerisce e ti porta dove tu vorresti e non dove a lui a conviene (vizio antico). La scelta di un buono gin è dettata dal gusto del cliente e a nostro parere questo è senza dubbio un pregio. Ogni mese vengono messi in evidenza a rotazione dieci gin in modo da accendere un faro sull’ulteriore conoscenza didattica del prodotto. Tanto impegno e un’autostrada da percorrere tra cliente e Bartender.

Il servizio, sia a tavola che al banco, è preciso e non invasivo, i piatti innovativi ma mai troppo spinti e in queste settimana stanno anche pensando (spoiler) ad una serie di pairing con la stessa carta dei Gin. Ma allora è davvero tutto perfetto? NO. Ovviamente no e una tirata di orecchie il buon Daniele se la prende perché, malgrado l’idea senza precedenti nella capitale e malgrado la felice intuizione di dare largo spazio ai Gin Italiani, si potrebbe fare molto di più e dedicare più spazio alle etichette davvero Italiane, che hanno a cuore il nostro territorio senza fare troppi favori a chi usa solo il marketing per fare brand. Ma questo è un altro discorso. Non saremo certo noi a fare l’elenco di cosa è giusto o non giusto avere in un locale ne tantomeno sconsigliamo un Gin, qui la carta è talmente vasta che c’è davvero spazio per tutti.

Conclusione: Santo Trastevere è assolutamente un posto da provare, dove andare, stare bene e bere bene avendo una scelta clamorosa di gin come raramente se ne vedono al mondo. Un locale dinamico e in continua evoluzione, chiuso tra i vicoli di Trastevere, dove la strada sembra finire, con un’ atmosfera accogliente, il lucernario al centro del locale che illumina la sala durante il giorno come se ci trovassimo in un loft a pranzo da amici, per poi diventare un raffinato e raccolto club di sera con un “giardino segreto”,  illuminato dalle luci  intorno al  pergolato, come a ricreare un luogo magico. Andate e provate.

Nasce astemio nel 1971 a Roma, ma già alla fine degli anni ’80 si appassiona alla creatività e al buon bere. Frequenta Accademia delle Belle Arti e in contemporanea sviluppa una passione vera e sincera per il Campari e il Gin (in tutte le sue declinazioni). Illustratore, fumettista, mangiatore e creativo. Scrive e collabora con varie testate giornalistiche da anni. Conoscitore delle varie dinamiche del food&beverage, ha sempre fame e sete.

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