Oltre la Pálinka, sempre più distillerie tradizionali ampliano il loro catalogo con Whisky di nuova generazione.
Quando si parla di spirits ungheresi i due nomi che balzano alla mente sono Pálinka e Unicum. La prima, la cui distillazione casalinga fa parte del patrimonio culturale e tradizionale dell’Ungheria da tempi molto antichi, è un distillato da diversi tipi di frutti, dalla prugna alla pera, dall’albicocca alla pesca, passando per mele cotogne, miele o anche le rose. Il secondo è un amaro nato a Budapest, diventato un simbolo dell’Ungheria.
Se la narrazione di questi due prodotti affonda le sue radici nella storia più antica della nazione magiara ci sono nuovi spirits che si affacciano nei bicchieri ungheresi, uno di questi è il whisky. Per Spirito Autoctono abbiamo scelto di raccontare i più interessanti.
Gemenc – Il pioniere del Whisky ungherese
Pioniere di questa cultura è Lajos Szőke, proprietario della distilleria Gemenc. Fondata nel 2015, Gemenc è l’unica realtà in Ungheria che produce unicamente whisky da cereali locali. “I miei modelli produttivi – spiega Szőke – sono da sempre i distillatori americani e austriaci. Quando abbiamo iniziato, utilizzavamo mais, segale e orzo e da quest’ultimo ricavavamo anche il malto. Ultimamente, abbiamo sperimentato anche materie prime non tradizionali”.

Con il triticale, un ibrido artificiale creato alla fine del XIX secolo da segale e grano duro, producono X5, un whisky imbottigliato dopo 3 anni di invecchiamento. Dalla segale si ottiene lo 0100 che, dopo la distillazione, riposa per 3 anni in botti di rovere proveniente dai Monti Zemplén, mentre dal miglio si ricava il Gemenc Millet e da una miscela di mais e orzo nasce il Bronze, affinato nelle botti della birra Horizont Sörfőzde Premium. In particolare, con la miscela di mais e triticale, viene prodotto il Red, una limited edition che l’invecchiamento di tre anni, riposa ulteriori 6 mesi nelle botti di rovere dove è stato invecchiato il Kadarka, un vino rosso della regione di Szekszárd.
“Essendo il nostro un piccolo laboratorio sperimentale – dice Szőke – riusciamo realizzare il mosto in una composizione diversa per ogni barile. Oggi produciamo più di dieci varianti di whisky impiegando nove tipi di cereali. La nostra attività di Pörböly, un comune di circa 600 abitanti dell’Ungheria centro-meridionale, è la più piccola distilleria commerciale del Paese. L’unica che produce solo whisky”. Prenotando in anticipo tramite il sito della distilleria è possibile visitare l’impianto e concludere il tour con una degustazione.
Békési Pálinka – Più di 40 anni di distillazione
Già dal nome si comprende come Békési Pálinka si stata, fin dalla sua nascita, una distilleria completamente dedicata alla produzione della bevanda nazionale. Fondata nel 1984 a Békés, a 190 km a est di Budapest, fu la prima realtà che fece il salto di qualità e si strutturò come impresa artigianale. Il successo fu tale che già tre anni dopo dovettero dotarsi di caldaie più grandi, che necessitavano di una maggior potenza riscaldante. Così acquistarono, da uno zuccherificio della zona, una locomotiva a vapore. Un pezzo ancora oggi distintivo della distilleria, tanto che fa da attrazione nel cortile del Centro Békési Szilvapálinka. Ricavato da un’ex sinagoga, qui è possibile imparare a fare la Pálinka, partecipare a un pranzo o a una degustazione.

Negli anni il ventaglio di proposte si è ampliato con un gin e due whisky. Lazy Cat Dry Gin è un London dry caratterizzato da piacevoli note di bacche di ginepro, pinoli e un pizzico di agrumi. Il whisky Békési Double Cask, invece, viene invecchiato per 12 anni in botti irlandesi a cui seguono altri 2 anni di maturazione post-finitura in botti di Tokaj. Il Single Malt, ispirato ai tradizionali whisky scozzesi, è invecchiato in botti di rovere.
Agárdi Distillery
Vicino ad Agárd, sulle rive del Lago Velence, nel cuore dell’Ungheria, accanto alle terme di Agárdi, c’è la tenuta Sreiner. Circondata da alberi da frutto, qui ha sede, da oltre 15 anni, la distilleria Agárdi. La grande quantità di frutta di qualità è l’ingrediente principe delle diverse tipologie di pálinka distillate in tiratura limitata e imbottigliate a mano. Punta di diamante della produzione la pálinka alla ciliegia e quella all’uva invecchiate in anfora.

In un’ottica di diversificazione delle proposte, da qualche anno Agárdi ha avviato la produzione di un rum, un gin, due tipologie di brandy e altrettante di grappa e whisky. In particolare l’Agárdi Rye Whisky si caratterizza per gli aromi speziati unici della rosa uniti a leggeri sentori fruttati e sapore di vaniglia e caramello, regalati dall’invecchiamento in botti di rovere ex-Tokaji. L’Agárdi Whisky, invece, è un single malt invecchiato in rovere nuovo e maturato in botti di Tokaj dall’aroma di prugna matura e caramello con sentori leggermente dolci ed elegantemente legnosi.
Un suggerimento per la visita alla distilleria Agárdi: pianificatela di sabato. Dalla mattina alle 8, fino alle 13, nel piazzale antistante all’edificio si tiene il mercato agricolo dove gli artigiani locali vendono i loro prodotti. Prima del giro al mercato si può fare colazione nel dehors del bistrot accompagnati da musica dal vivo. Dopo gli acquisti ci si può poi fermare per una degustazione guidata di pálinka o un pranzo. Ovviamente tutto a base di piatti “alla pálinka”. Tra i più interessanti la crema di zenzero aromatizzata all’anguria marinata e ai fiori di sambuco con un tocco di pálinka all’albicocca oppure la coscia d’oca arrostita nel forno a legna con condimento a base di pálinka di prugne.