Recentemente inaugurato all’interno di Palazzo Cordusio, è uno dei ristoranti di cucina giapponese più interessanti di Milano
Sachi è la più recente e valida insegna di cucina giapponese a Milano. Il ristorante si trova all’interno di Palazzo Cordusio, sede dell’Hotel Gran Meliá, ed è affacciato sulle guglie del Duomo con una terrazza meravigliosa da vivere durante la bella stagione (non vediamo l’ora). La dimensione food and beverage è gestita da Sunset Hospitality Group, attivi già a Dubai e Londra. E non una dimensione qualsiasi, bensì una tripla dimensione. Non parliamo infatti soltanto di un hotel di lusso nel cuore della città meneghina, ma una struttura con al suo interno differenti offerte. Tra queste il ristorante Sachi e il cocktail bar Giardino Cordusio.
Una nuova apertura
Aperto a febbraio 2024, il nuovo cinque stelle lusso ha dunque puntato largamente sul prendere per la gola i propri ospiti. E lo ha fatto cominciando proprio da un fine dining giapponese che caratterizzato da innovativi spunti fusion. È al quarto piano che va in scena la proposta del giovane Executive Chef Andrea Nani, coadiuvato dal General Manager Fausto Lanza. Mani italiane per una proposta variegata, quella di Sachi, nel segno del Giappone. La filosofia principale è quella del Kappo Ryori che significa “tagliare e cucinare”. Qui convivono lo stile più semplice e accessibile lzakaya, il Kaiseki e tra i due subentrano anche alcune suggestioni italiane.
“Kappo -racconta il General Manager – si colloca tra la formale cucina Kaiseki e la cucina informale in stile Izakaya, nota per i suoi piccoli piatti serviti con le bevande”. Manca poco inoltre all’inaugurazione dell’Omakase e della sua magia, che avrà luogo sul bancone alla sinistra dell’ingresso. Omakase è traducibile con “lascio a te la scelta”. È l’esperienza edibile composta da più corse, guidata dallo chef e ispirata alle stagioni e ai migliori ingredienti del momento. Un’esperienza 100% ispirata al Sol Levante, che se ben realizzata può regalare grandi soddisfazioni).
Sachi: eleganza e meticolosità
Ma torniamo quindi nella sala a cui si accede attraversando la terrazza (da ammirare anche d’inverno). Sulle pareti vivono i temi della cultura giapponese e i tavoli sono per lo più da due o da unire sul lato in cui è presente la seduta a divano. Un’estetica elegante che incornicia una cucina in cui la qualità degli ingredienti è al centro, dalla carne di razze selezionate cotta sulla griglia robata, al pescato più fresco onorato dalle abilità degli chef. La materia prima, dunque, è tutto, come d’altronde dovrebbe essere in ogni cucina giapponese che si rispetti.
Sashimi (nota di merito per la presentazione), nigiri e maki di grande livello e piacevolezza, nello specifico il maki con anguilla, foie gras, avocado, cetriolo e porro croccante è grandioso; un po’ slegato invece il wagyu roll. Apripista azzeccato il crispy sushi di riso fritto, tonno piccante, avocado, mentre nella lista degli imperdibili campeggia l’elegante e delicato carpaccio di ricciola con miso al coriandolo, purea di zucca, olio al basilico e alga Tosaka. Uguale valutazione per il kushiyaki di manzo wagyu A5 con salsa barbecue, aglio nero, porro croccante, un goloso e suadente “spiedino” con una delle migliori carni in circolazione.
Gli abbinamenti
Con gli abbinamenti si può giocare. Che siano bolle o fermi, sake o cocktail, il ventaglio di sapori messi in gioco da Sachi permette di divertirsi con accoppiate vincenti. Nel nostro caso abbiamo iniziato con un Franciacorta metodo classico, continuato con il sake Yamamoto Shuzo, Pure Black, Junmai Ginjo dalla prefettura di Akita (tipologia con alcol aggiunto) e terminato con un agile e vivo Cannonau Barrosu di Giovanni Montisci.
“Proponiamo una variegata selezione. In questo caso – spiega il Sommelier Raffaele Silvestre – la scelta (per il sakè, ndt) è stata dettata dal naso. Nello specifico dagli aromi di ananas, pompelmo e pietra umida che incontrano un palato con un effetto minerale, finale breve e pulito con un’acidità importante. Per questo viene accostato al carpaccio di ricciola, alla selezione di sashimi hana e ai nigiri fuji, per non coprire i sapori delicati dei crudi e far spiccare la freschezza del pesce”.
Last but not least
Nonostante i pochi mesi dall’apertura Sachi dimostra di avere tutte le carte in regola per diventare una delle tappe obbligatorie per chi cerca una buona – ed elegante – cucina giapponese in città. Con il plus di avere un proprio ingresso. Qui il massimo splendore deve ancora arrivare tra l’utilizzo della terrazza, l’avvio dell’esperienza omakase e qualche ritocchino nel servizio di sala in termini di precisione. Non dimenticate, pre o post cena, che il cocktail bar Giardino Cordusio nel cortile a piano terra vi aspetta. Aperto dall’aperitivo al dopo cena, ha una valorosa proposta con centinaia di etichette da tutto il mondo e gli ottimi drink di Giancarlo Mancino.