La chef consiglia: sei ristoranti per i giorni di festa

Ristoranti e locande da provare tra Natale e Capodanno. Ognuno con una donna in cucina e una bella storia da raccontare

Si avvicina la fine di dicembre e con essa quel periodo concitato che più o meno ciascuno di noi vive rincorrendo i preparativi per le feste. Per affrontare al meglio i giorni che vanno dalla vigilia di Natale a Capodanno, tra bagordi e botti – che i nostri amici a quattro zampe eviterebbero volentieri – si pianifica con grande anticipo, in modo da non trovarsi impreparati nei momenti clou.

C’è chi festeggerà a casa, chi tornerà al paese d’origine per celebrare con la famiglia, chi invece sceglierà una meta alternativa, esotica o meno. Naturalmente, non mancheranno le persone abituate ad andare al ristorante. Ecco quindi una piccola ma accurata selezione di locali, aperti il 25 e/o il 31 dicembre, con un’eccezione che però copre anche il primo giorno del 2025.

Tutti con una donna in cucina, una bella storia da raccontare e, ovviamente, una discreta carta degli spirits.

Locanda Mammì – Agnone (IS)

Sul Molise, mettendo da parte quella frase ormai trita con la quale spesso ci si riferisce a una regione meravigliosa, brilla una nuova stella particolarmente meritata. La guida Michelin ha infatti premiato un luogo intimo e caldo del quale non ci si può che innamorare, come Locanda Mammì, poco fuori Agnone, la città delle campane.


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La Locanda Mammì, poco fuori Agnone in Molise, guidata da Stefania Di Pasquo e Tomas Torsiello

Si mangia (e si dorme) benissimo da Stefania di Pasquo e Tomas Torsiello, coppia affiatata nella vita e nel lavoro, i quali sanno come accogliere con calore i loro ospiti. Il giorno di Natale lo passeranno in famiglia, ma a Capodanno saranno aperti con un ricco, convenientissimo menu che si conclude come di prammatica con zampone e lenticchie prima del brindisi di mezzanotte. È proposto a 130 euro bevande escluse: per una scelta oculata vale la pena affidarsi a Tomas e alla sua bella carta dei vini.

Casa Mazzucchelli – Sasso Marconi (BO)

Ne hanno fatta di strada i fratelli Mazzucchelli, a partire dal ristorante tutto pesce dei loro genitori. Con Mascia in sala, Aurora e Massimo, cuciniera di grande finezza lei e sapiente sommelier lui, tra una vicissitudine e l’altra hanno riportato la stella del Marconi a Casa Mazzucchelli, stesso luogo e anima differente.


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Casa Mazzucchelli, il regno di Mascia, Aurora e Massimo Mazzucchelli a Sasso Marconi in Emilia Romagna

Un concetto gastronomico unico, nel quale l’arte del lievitare e della panificazione, apprese con cura da entrambi, sono entrate in combinazione con una cucina da sempre personalissima. Bella la scelta, a cavallo tra Natale e Capodanno: per la vigilia e per il 25 sia con una carta dove si trovano ancora classici senza tempo come i meravigliosi ravioli ripieni di Parmigiano Reggiano alla lavanda, noce moscata e mandorla, sia con menu degustazione. A Capodanno, invece, il notevole cenone, proposto a 180 euro vini esclusi.

Ristorante La Cuisine – Hotel Aldo Moro a Montagnana (PD)

Montagnana è una cittadina medievale stupenda, con le sue Mura Carraresi a circondare un piccolo, delizioso centro storico, i Colli Euganei sullo sfondo. Ed è qui che nel 1940 nasce una locanda che nel tempo si trasforma in hotel e ristorante di famiglia.


La Cousine ristorante
La Cousine della famiglia Moro, hotel e ristorante a Montagnana in Veneto

Ora ai fornelli c’è Silvia Moro, la sorella Elisa è in regia e i genitori Marisa e Sergio sono sempre presenti. Una laurea in economia, poi Alma, uno stage con gli Alajmo e una tappa importante a Piazza Duomo con Enrico Crippa. Così la chef sviluppa un suo stile di cucina contemporanea che convive felicemente con la tradizione locale. Per il pranzo di Natale è previsto un ricco menu a 80 euro che si conclude con l’ottimo autoprodotto panettone del Moro. Per il cenone del 31 invece, altra bella degustazione a 135 euro, bevande escluse, con piatti classici come la gallina padovana in saor con polenta.

Forme – Brescia

Una corte del XIX secolo, elementi moderni e di design, calore e accoglienza. Forme è un bel ristorante negli spazi di Atena di Paolo Naoni, società che si occupa di formazione. Forme però è anche la piccola frazione di Massa d’Albe in provincia de L’Aquila dov’è nata Arianna Gatti, cuoca classe 1991, diversi anni passati accanto a Philippe Levéillé al Miramonti l’Altro di Concesio fino a diventarne sous chef.


Forme di Arianna Gatti, a Brescia

È notevole, la sua cucina, nella quale si ritrovano le sue origini. Quelle di una regione ricca di bellezza e gusto, insieme alla scuola del grande chef bretone: piatti che esprimono rotondità e sapore, tecnica e immediatezza. Come il risotto cavolo nero, calamari e ventricina, compreso nel menu di Natale che viene proposto a 140 euro o il raviolo di pecora, Pecorino e santoreggia che si potrà gustare a San Silvestro, parte di una bella degustazione a 160 euro, in entrambi i casi escluse bevande.

Anna Ghisolfi – Tortona (AL)

Entrare nel ristorante di Anna Ghisolfi a Tortona lascia a bocca aperta. Gli spazi, nel centro storico di Tortona, sono infatti quelli di una chiesa sconsacrata della fine del XVI secolo, l’ex Oratorio del Crocifisso. Alte navate e volta a botte, una grande cucina a vista che si trova proprio nell’abside: un vero spettacolo.


anna ghisolfi ristorante ex oratorio
Anna Ghisolfi, presso l’ex Oratorio del Crocifisso di Tortona

La chef, laureata in lingue, un brillante passato da cestista professionista e un’attività da interprete. Si appassiona alla cucina da autodidatta, studiando e viaggiando, al punto di iniziare a gestire eventi importanti nel mondo del catering. Per poi aprire questo suo locale con il marito Enrico Merli, ex avvocato, grande esperto di vini e perfetto oste. Nei suoi piatti golosi e giocosi, si incontrano tradizioni piemontesi e prodotti di stagione, con un gusto particolare per gli assaggi. È aperto sia a Natale, alla carta, sia a Capodanno con un bel menu a 120 euro inclusa una bottiglia di spumante. Che si conclude con ‘le brioche per la prima colazione del 2025’.

Indiniò – Raveo (UD)

La (seconda) storia di Gloria Clama inizia a quarant’anni, quando prova a mettersi in gioco con la sua grande passione per la cucina e passa il provino per Masterchef. In quel momento fa l’operaia e guida il muletto in una fabbrica. Quando raggiunge la finale capisce che è arrivato il tempo di cambiare. Così apre il suo ristorante nel piccolo borgo carnico di Raveo, dalle parti di Tolmezzo.
Lo chiama Indiniò, che nel dialetto di quassù significa ‘da nessuna parte’.


indiniò ristorante
Indiniò di Gloria Clama nel borgo carnico di Raveo in Friuli Venezia Giulia

Un posticino caldo e accogliente, dove la aiuta il marito che di giorno fa un altro mestiere ma è anche un bravissimo sommelier. La cucina di Gloria è gustosa, intensa, colorata. Il risultato si traduce in piatti in cui si ritrovano la Carnia e le sue materie prime, declinate secondo il passare delle stagioni: da assaggiare il delizioso ramen di montagna. Non a Natale, né a Capodanno, per fare in modo che lo staff si goda le feste in famiglia. Però il 24 dicembre a pranzo e il primo giorno dell’anno a cena Gloria c’è. Con i suoi 2 menu degustazione entrambi a 80 euro, oppure alla carta.

Un passato ormai remoto da manager nello sterile mondo dei servizi finanziari, si è pentito in età adulta per dedicarsi a tempo pieno alla sua passione per l'enogastronomia. Da lì in poi si dedica alla scrittura e si mette a dieta regolarmente, riuscendo peggio nella seconda delle due.

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