Priscilla Occhipinti continua il lavoro del Maestro Gioacchino Nannoni, puntando sul rispetto delle materie prime per produrre eccellenti distillati
“Distilliamo la grappa solo nei mesi della svinatura, 70-90 giorni all’anno, naturalmente solo da vinaccia fresca. Il nostro obbiettivo è quello di concentrare i profumi della materia prima nel bicchiere, valorizzando il lavoro del vignaiolo, dell’enologo e del cantiniere”.
Poche ma significative parole quella di Priscilla Occhipinti, che possono esser considerate le fondamenta del manifesto concettuale della distilleria Nannoni, suggestiva realtà di Civitella Paganico, in provincia di Grosseto.
Il segreto nelle materie prime
Il rispetto delle materie prime è infatti da sempre il credo che ha caratterizzato l’approccio produttivo della distilleria voluta da Gioacchino Nannoni, che trasformò una vecchia casa padronale in mezzo alla campagna maremmana nella realtà produttiva che ha dato i natali alla Grappa di Brunello. Priscilla, originaria di Grosseto e con studi in enologia e viticultura alle spalle, ne ha raccolto il testimone per donare continuità alla passione per la distillazione.
“Cerco di dosare al minimo ogni elemento che potrebbe snaturare le materie prime he scelgo. Le mie grappe ad esempio sono tra le meno zuccherate che esistano, perché voglio che mi rappresentino. Lavorare solo vinaccia fresca, in quantità limitata e per soli 2 mesi all’anno mi consente di estrarre profumi unici” – sottolinea Priscilla.
La qualità della vita secondo Gioacchino Nannoni
La grappa di fattoria è nata in Toscana grazie a Gioacchino Nannoni, il primo a credere nelle potenzialità del territorio, insieme a pochi altri vignaioli che negli anni settanta si sono rimboccati le maniche ed hanno dato vita ad aziende oggi conosciute ed apprezzate in tutto il mondo.
Ancora oggi, a distanza di tempo e dalla sua scomparsa, Priscilla ha ben impresse nella mente le sue parole – “Qui c’è la qualità della vita” – e la Occhipinti ha fatto sua quella constatazione: “In questo territorio che tutti ci invidiano, dove fare grappa quaranta anni fa era una scommessa perché la distillazione della grappa artigianale nell’immaginario del consumatore era o trentina o friulana o piemontese, oltre ad esserci un prodotto di grande qualità, la qualità più importante è proprio quella del territorio”.
Vinaccia di qualità
Quando è nata la distilleria Nannoni, in Toscana non c’era la cultura della distillazione, le vinacce venivano per lo più buttate nel pollaio, e la maggior parte della grappa prodotta nella regione era destinata alla vendita sfusa verso il nord Italia.
“Noi non abbiamo mai fatto “distillazione di smaltimento”, non abbiamo mai voluto i contributi alla distillazione concessi per questo tipo di produzione ma abbiamo da sempre scelto solo le partite migliori di vinaccia, per fare grappa artigianale di qualità. Per questo posso affermare con affetto ed orgoglio, che è stato il mio Maestro a dare valore alle vinacce ed alla grappa in Toscana”.
I primi tempi sono stati inevitabilmente duri, ma in poco tempo le aziende vitivinicole di Montalcino si sono rese conto della grande opportunità che gli veniva offerta, così, un casale in mezzo alla Maremma è diventato meta internazionale per i cultori e per i turisti del buon bere.
Elogio dei malti italiani
La Distilleria Nannoni non si limita però alla produzione di grappa, dal 2017 infatti si è deciso di costruire un nuovo impianto dedicato alla produzione e distillazione del gin, per valorizzare i profumi della terra toscana, non solo quelli legati alla vendemmia. Oltre al Gin, negli ultimi anni l’azienda ha iniziato a produrre con grande successo anche Whisky, Brandy, Distillati di Acquavite di Idromele e di Frutta. “Mentre in Italia i consumatori vanno pazzi per il Whisky giapponese, in Giappone pare che il nostro whisky, il Whisky Italiano, sia apprezzato al punto che in molti clienti si sono offerti di comprare le botti prima ancora che avessero finito l’invecchiamento”.
Whisky, brandy e distillati
Il desiderio di una distillazione di malti italiani, per la produzione, una volta invecchiato il distillato, di Whisky Italiano, è nata dalla voglia di portare nel bicchiere il profumo della fermentazione dei cereali italiani, ed anche dei grani antichi. “Avendo potuto apprezzare il lavoro fatto da molti birrifici, prima ci siamo dedicati alla distillazione della birra per la produzione di acquavite di birra, da lì, il passo successivo è stato quello di avvicinarsi alla distillazione dei malti internazionali e successivamente dei alla distillazione di malti italiani ed all’invecchiamento del whisky italiano”.
“Produciamo Whisky Italiano con un impianto discontinuo da 1.000 litri, scegliendo per i nostri prodotti materie prime di alta qualità. I nostri clienti sono i birrifici più prestigiosi, i produttori di cereali e di grani antichi, o gli appassionati di whisky italiano che ci contattano da tutto il mondo. La distillazione della base di cereali fermentata non luppolata avviene durante tutto l’anno, le quantità minime di prenotazione sono circa 400 litri finiti imbottigliabili, ovvero quello che si ottiene riempiendo una barrique” evidenzia Priscilla.
Il risultato di tale approccio è rappresentato da Al Focarile, un whisky elegante e raffinato dal carattere deciso, con note di cuoio, miele e nocciole.
L’ennesimo esempio di come il felice connubio tra passione (per la propria terra) e competenza abbia permesso di dar vita a prodotti di qualità.