Yoichi e Nikka, novanta anni di storia giapponese

Da Masataka e Rita Taketsuru al moderno Giappone, l’affascinante storia di uno dei più iconici whisky giapponesi

Il mondo della distillazione è da sempre portatore sano di storie affascinanti dal sapore antico.
Storie che raccontano di idee che prendono forma e diventano prodotto e che vanno oltre il moderno concetto di storytelling perché hanno radici ben piantate nel territorio dalla quale provengono. Se esiste un Paese che con il trascorrere del tempo è riuscito a trasformare quelle storie in un simbolo di capacità, territorio e distillazione questo è senza dubbio il Giappone.
Un luogo che ci affascina da sempre per il suo modo di raccontare il proprio essere, facendoci vivere veri e propri viaggi nel tempo. Anche grazie a quello che, all’apparenza, sembra un semplice anniversario.


Selezione Nikka Whisky, Single Malt Yoichi e Miyagikyo - credits Nikka
Nikka Whisky: Single Malt Yoichi e Miyagikyo – credits Nikka

Questione di chimica

Questo viaggio nel tempo ci porta indietro di oltre un secolo, quando un giovane studente di chimica, Masataka Taketsuru si reca in Scozia per i suoi studi. Masataka non è uno studente qualsiasi. La sua famiglia produce Sakè sin dall’inizio del XVIII secolo e lui è un giovane affascinato dal mondo del Whisky scozzese -…come non comprenderlo – . Curioso, empatico, sempre alla ricerca di informazioni, decide che oltre agli studi classici, deve assolutamente saperne di più in materia di whisky. Comincia così a lavorare per alcune distillerie locali, passando dalla Longmorn nello Speyside alla distilleria Hazelburn a Campbeltown.

I suoi modi di fare, il suo approccio metodico al lavoro saranno di fondamentale importanza per farsi ben volere da chi, agli inizi del novecento, non era sicuramente predisposto a svelare – allo straniero! – metodi e tradizioni tramandate di padre in figlio da alcuni secoli.

Va ricordato infatti che siamo a Glasgow nel pieno boom industriale. E che di studenti di chimica giapponesi interessati alla produzione di whisky se ne vedono davvero pochi, forse nessuno. Questo suo particolare fascino ‘esotico’ fa subito breccia nel cuore di Jessie Roberta Cowan – detta Rita – figlia maggiore di un medico di Glasgow. La leggenda – più o meno romanzata – vuole che l’incontro tra i due si svolga proprio ad una cena in casa Cowan.


Masataka e Rita Taketsuru - credits Nikka
Dall’album di famiglia di Masataka e Rita Taketsuru – credits Nikka

Masataka e Rita Taketsuru

In quel periodo Taketsuru stava insegnando le basi del judo al fratello di Rita e per questo fu invitato a conoscere la famiglia. Masataka e Rita divennero subito intimi, da li a poco il nostro chiese la mano della bella Rita che rispose, ovviamente, sì. Come nelle migliori tradizioni, la resistenza e la disapprovazione al matrimonio da parte delle rispettive famiglie fu forte. Come nelle migliori storie a lieto fine, la giovane coppia ignorò il veto e, sfidando le convenzioni, si sposò presso un ufficio del registro a Glasgow nel 1920.

I due ragazzi, freschi di nozze, si trasferirono subito in Giappone. Qui Taketsuru, che aveva diligentemente appreso i ‘segreti’ della distillazione scozzese, coltivava il sogno – nemmeno troppo nascosto – di avviare e costruire una propria distilleria. Fu l’incontro con Torii San, proprietario della Kotobukiya – in seguito nota come Suntory – a dare la spinta necessaria al progetto. Entrambi ambiziosi e con la stessa idea nel cassetto, misero in piedi la prima distilleria di whisky giapponese vicino ad Osaka. La distilleria fu costruita in quella specifica città perché secondo Torii era una zona abbastanza ricca al centro del mercato giapponese. Dettaglio che avrebbe reso più facile e appetibile la vendita del prodotto.


Distilleria Yoichi, nell'isola di Hokkaido - credits Nikka
Distilleria Yoichi a Hokkaido – credits Nikka

Taketsuru ci lavorò per un intero decennio, fin quando decise di mettersi in proprio. La nuova distilleria fu però spostata a Yoichi, una piccola cittadina nella provincia di Hokkaido. Un posto molto più adatto alla produzione di whisky poiché il suo clima e i suoi terreni ricordano ancora oggi, per conformazione e proprietà minerali, quelli scozzesi.

La madre del Whisky giapponese

Sono davvero molti a ritenere Rita Taketsuru la madre del Whisky nipponico. Da subito infatti, ha interpretato un ruolo importante nella crescita e nel processo creativo della distilleria e del prodotto. E non si intende solo supporto morale, ma anche di economico, fondamentale per superare i diversi momenti di crisi.

Parliamo di una donna che ha fatto proprie le tradizioni del paese che l’aveva accolta, imparando a cucinare i piatti tipici e insegnando alla comunità locale pianoforte e inglese. Bisogna ricordare che siamo nei primi del novecento, in un periodo storico dove gli occidentali non erano certo ben visti in Giappone. Lei stessa fu spesso accusata o sospettata di essere una spia inglese (o russa). Grazie al suo carattere e alla caparbietà scozzese andò avanti a testa bassa, tenendo duro nei periodi oscuri come la guerra. Facendosi amare così tanto dai cittadini di Yoichi che nel 1961, subito dopo la sua scomparsa, le intitolarono la strada principale della città.
Un esempio di donna forte alla quale dobbiamo molto se guardiamo alla celebrazione dei novanta anni (90 anni) dello Yoichi.


Un momento della degustazione guidata da Salvatore Mannino, divulgatore e colonna del distributore francese La Maison du Whisky - credits Nikka nikka Yoichi
Degustazione guidata da Salvatore Mannino – credits Nikka

L’anniversario

Seppure con qualche difficoltà iniziale, la distilleria aprì nel 1934 con il nome di Nikka. Ma furono necessari sei lunghi anni affinché il primo Yoichi fosse pronto per affrontare il mercato. In quegli anni la distilleria era dotata di un solo piccolo alambicco, quindi piccola era anche la produzione. Trascorsi novanta anni da quel 1934, oggi gli alambicchi sono sei: quattro wash still e due spirit still. Ma l’azienda ha mantenuto quello spirito e quella produzione tradizionale che ancora fa la differenza nell’ampio mercato del whisky giapponese.

Novanta anni da quello storico lancio e Nikka vuole oggi festeggiare l’anniversario del suo Yoichi. Una ricorrenza che serve per tenere a memoria quanto siano importanti le tradizioni e la loro eredità segnata dal tempo. Ancora oggi il whisky viene prodotto nella stessa regione e negli stessi luoghi dove ha avuto origine, attraverso preziosi -…e bellissimi – alambicchi in rame alimentati a carbone. Produrre whisky – quasi – artigianale, controllando il fuoco diretto che firma la sua diversità, utilizzare torba locale per maltare l’orzo. Questi sono i processi che ancora lo rendono un prodotto iconico e storico.


I Bartender Salviato e Marenda durante le serate ospiti del Drink Kong - credit Nikka nikka Yoichi
Salviato e Marenda durante una delle serate al Drink Kong – credit Nikka

Per celebrare degnamente l’anniversario, far conoscere a tutti la storia e le persone dietro i Single Malt Yoichi, sono state realizzate tre serate evento, tutte romane ospitate da Drink Kong, il noto locale di Patrick Pistolesi e soci, che per l’occasione si è trasformato nel luogo perfetto per raccontare le tante facce del mondo Nikka/Yoichi.

Dammi tre serate…

La prima serata è stata quella che ha celebrato l’arte giapponese dell’ospitalità, la filosofia del Ichi-Go, Ichi-euna volta, un incontro -, vale a dire che ogni incontro è speciale e unico, e non si ripeterà mai nello stesso modo. Per questo, si dovrebbe porre tutto il corpo e tutto lo spirito nell’incontro, indipendentemente dal fatto che esso avvenga ad un bancone di un bar, in una sala da Tè o casualmente in strada.



L’unicità del servizio in una sola serata. L’unicità del servizio attraverso una delle competition più ambite, Il Nikka Perfect Serve. Dietro al bancone del Drink Kong si sono infatti presentati, assieme ai loro cocktail signature, gli ultimi due vincitori della competition: Andrea Marenda del Rivoire Milano, (vincitore Italiano nel 2023) e Daniele Salviato del Cucù di Bassano del Grappa, che ha trionfato nella finale mondiale nel 2022.

La seconda serata è stata quella del super ospite, Rogerio Igarashi, bartender nippo-brasiliano, proveniente direttamente dal Trench Bar di Tokyo. Una guest shift riuscitissima grazie alla costante ricerca nipponica della perfezione combinata all’idea stessa di gentilezza, buon gusto e tantissima tecnica.


Il bartender Rogerio Igarashi del Trench Bar di Tokyo - credits Nikka nikka Yoichi
Il bartender nippo-brasiliano Rogerio Igarashi del Trench Bar di Tokyo – credits Nikka

La terza serata è stata quella della consapevolezza, del sapere e del racconto, grazie alla partecipazione di Salvatore Mannino, divulgatore d’eccezione, colonna del distributore francese La Maison du Whisky e profondo conoscitore del Giappone e dei suoi whisky. All’interno della sala privata Ginza Room del Drink Kong, Mannino è stato il perfetto Caronte della serata, portando gli ospiti dentro al mondo complesso di Nikka. Una sorta di verticale dell’assaggio e della scoperta. Si è passati dallo Yoichi Apple Brandy Wood Finish – imbottigliamento celebrativo per i 100 anni dal matrimonio di Masataka e Rita -, alla serie Discovery, linea che propone un’edizione limitata dei whisky più iconici dalle sue distillerie, Miyagikyo e Yoichi, e che vuole ripercorrere le fasi chiave della creazione di whisky straordinari.

L’assaggio

L’assaggio di Yoichi Unpeated e Nikka The Grain e del sempre ottimo Yoichi 10 anni rappresenta il cuore della serata. Questa ultima release, replica il risultato di Best of the Best raggiunto nel 2001 dal Whisky Giapponese ed è sicuramente una delle più note di Yoichi. Maturo, morbido, e caratterizzato da una torba delicata, si fonde in maniera armonica creando un equilibrio perfetto. Tutto questo, ha però aperto la strada e il palato al vero colpo di scena della serata: la degustazione del Taketsuru 17 anni, blended malt davvero unico, che ha saputo chiudere in bellezza attraverso tante sfumature e un delicatezza tutta orientale.


Nikka Nine Decades, il premioum blended whisky annunciato durante l'evento - credits Nikka nikka Yoichi
Nine Decades, il premium blended whisky annunciato durante l’evento – credits Nikka

La storia in una bottiglia

Una festa non è tale senza un vero e proprio inaspettato protagonista. Così Nikka ha annunciato l’uscita del Nine Decades, Blended Whisky che mette in bottiglia una serie di distillati scelti direttamente dalle selezioni di ognuno dei Master Blender – nove in tutto – che si sono succeduti in azienda nel corso del tempo, incluso naturalmente anche Masataka Taketsuru. Una sorta di best off, per dirla in termini musicali. Festeggiare degnamente l’anniversario è fondamentale, ma anche far capire quanto lavoro e quanta storia possa celarsi in ogni singola bottiglia.
Nel blend trova infatti spazio anche il whisky di Yoichi distillato negli anni ’40, incredibile tributo alla gloriosa epopea di Nikka.

Nasce astemio nel 1971 a Roma, ma già alla fine degli anni ’80 si appassiona alla creatività e al buon bere. Frequenta Accademia delle Belle Arti e in contemporanea sviluppa una passione vera e sincera per il Campari e il Gin (in tutte le sue declinazioni). Illustratore, fumettista, mangiatore e creativo. Scrive e collabora con varie testate giornalistiche da anni. Conoscitore delle varie dinamiche del food&beverage, ha sempre fame e sete.

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