Santa Massenza il gioiello dello spiriturismo italiano

Viaggio nel borgo della Valle dei Laghi in Trentino, dove la grappa è il passato, il presente e il futuro di una intera comunità

Dici Grappa e immediatamente pensi a temperature rigide e caminetto acceso.
Anche i pensieri automatici hanno bisogno di un aggiornamento soprattutto quando, leggendo i dati, si scopre che le abitudini di consumo del distillato sono molto cambiate negli ultimi anni.
Sono sempre di più le donne che si avvicinano alla grappa ad esempio, e cade ora anche l’ultimo tabù legato alla stagione. In estate si può bere?
Si. La conferma arriva dagli esperti, dai bartender che inseriscono sempre più spesso la grappa nelle loro drinklist e anche dal turismo enogastronomico.


grappa brindisi santa massenza
Un momento conviviale con protagonista la Grappa Trentina

Lo Spiriturismo muove ogni anno centinaia di italiani alla scoperta di distillerie e cantine in Italia e nel mondo. Tra le mète più apprezzate e particolari del Belpaese c’è Santa Massenza, nella valle dei laghi, a metà strada tra il Lago di Garda e Trento.
Qui, l’Associazione Santa Massenza Piccola Nizza de Trent, firma dal 2008 l’evento invernale “La Notte degli Alambicchi Accesi” al quale si aggiunge quest’anno la prima edizione di “Note di Grappa, Musica e Jazz”, l’appuntamento estivo rivolto a tutti coloro che considerano la buona musica il miglior abbinamento quando si parla di grappa.

Non fatevi ingannare dal fatto che stiamo parlando di una piccola frazione del comune di Vallelaghi né dal numero di abitanti, poco meno di 150 residenti. I numeri che davvero contano parlano di dozzine di ettari di vitigno locale e 5 distillerie a gestione familiare, note in italiana e all’estero. Praticamente un alambicco ogni 30 abitanti. Altra curiosità, le distillerie sono tutte imparentante tra loro come dimostra il cognome Poli. Per una tradizione familiare che dura ormai da cinque generazioni.

Ma come e quando Santa Massenza è diventata un punto di riferimento per gli amanti della grappa, dell’arte e della storia del Trentino?


Giovani distillatori protagonisti di "Note di Grappa, Musica e Jazz" - credits Associazione Santa Massenza Piccola Nizza de Trent
Giovani dIstillatori protagonisti degli eventi organizzati dqll’Associazione Santa Massenza Piccola Nizza de Trent

SULLA TAVOLA DEL CONCILIO DI TRENTO

Oggi a Santa Massenza restano 5 distillerie a carattere artigianale e a conduzione familiare: Casimiro, Distilleria Francesco, Giovanni Poli, Giulio & Mauro e Maxentia.
Negli anni Ottanta erano 27 le distillerie nella Valle dei Laghi, 13 delle quali solo a Santa Massenza. Numeri che non sorprendono considerando la grande tradizione distillatoria del Trentino. Agli inizi del Novecento infatti, in tutta la regione, esistevano quasi mille distillerie in attività, a dimostrazione della forte tradizione locale nel dar voce agli alambicchi.

Se torniamo allo studio del Cinquecento italiano fatto sui banchi di scuola, molti di noi ricorderanno che l’Italia – terra di conquista di francesi e austriaci – aveva nel Nord Est il Principato Vescovile di Trento, sede di quel famoso Concilio (1545) che dopo 18 anni di lavori produsse la controriforma e definì la reazione della Chiesa cattolica alla dottrina Luterana. Ma quello che non troviamo scritto nei libri di Storia è la storia con la s minuscola, quella quotidiana, fatta delle persone che lavoravano nell’azienda agricola del Principe chiamata Mensa Vescovile, che produceva le prelibatezze che per anni imbandirono la tavola delle riunioni del Concilio di Trento.


Alambicco protagonista di "Note di Grappa, Musica e Jazz" - credits BenedettaAndreolli
Alambicco protagonista di “Note di Grappa, Musica e Jazz” – credits Benedetta Andreolli

ALLE RADICI DE “LA NOTTE DEGLI ALAMBICCHI ACCESI”

La Mensa produsse per anni cibo e distillati grazie ai due alambicchi situati nel Palazzo del Vescovo. A coordinarne la gestione, insieme alle persone del posto, Antonio Poli, il capostipide della dinastia dei Poli e antenato delle attuali cinque distillerie del paese.
Se all’inizio gli abitanti del posto portavano le loro vinacce alla Mensa Vescovile e ritiravano qualche litro di acquavite da consumare o vendere, in seguito i contadini cominciarono a produrre la grappa nelle proprie case, dopo aver ottenuto le prime licenze firmate dall’Impero Austro-Ungarico.



La grappa curava il freddo ma anche i conti. Ogni casa consumava e in parte vendeva il distillato, prodotto nel rispetto delle regole daziarie imposte dalla legge. Una tra tutte, era quella che sta alla base della meravigliosa tradizione degli alambicchi di notte. Sotto gli Asburgo infatti il permesso per “la cotta delle vinacce” era dato a ore, con un limite massimo per ogni distillata di 24 ore per distilleria. Dovendo rispettare questo limite sfruttando appieno le ore di distillazione, ai grappaioli non restava che dar vita a delle vere e proprie maratone di distillazione che duravano 24 ore no stop. Una tradizione che – a distanza di oltre 3 secoli – possiamo rivivere ogni inverno in occasione de “La notte degli alambicchi accesi”.

LE RADICI CULTURALI DELLA ‘GRASPA’

Oggi Grappa è sinonimo di Italia. L’Unione Europea ha infatti riconosciuto che venga chiamato grappa solo il distillato prodotto in Italia (o nella Svizzera italiana) da vinacce nazionali. Allo stesso modo l’Indicazione Geografica Trentina assicura che questo nome venga assegnato unicamente alla grappa distillata nella provincia autonoma di Trento da vinacce trentine. Questo si è reso necessario per garantire il rispetto di una tradizione centenaria oltre che per promuovere il territorio e la sua cultura.


alambico storico grappa
Illustrazione storica di un alambicco in funzione

GRAPPA “MORSO DI VITA”

Un traguardo che avrebbe reso orgoglioso il giornalista, filosofo e gastronomo Luigi Veronelli che sul finire del secolo scorso – quasi prevedendo il fenomeno del turismo legato a spiriti e distillati che muove ogni anno appassionati di tutto il mondo nei luoghi di origine degli spirits più amati – scriveva: “inventata per alleviare la fatica dei contadini e che io chiamo sangue di fuoco, è per noi italiani un vero e proprio “morso di vita”. M’auguro che lo diventi per gli uomini d’ogni parte del mondo”.

Secondo il critico e gastronomo milanese, l’essere nata come mantello e focolare dei ceti più umili bisognosi di scaldarsi, l’aveva per anni esclusa dai salotti della borghesia. E’ nei primi anni ’70 che le grappe entrano nei mobili-bar per la degustazione liscia e nei cocktails degli italiani. Da sottoprodotto della lavorazione del vino si fa prodotto autonomo grazie alle cure e all’esperienza dei grappaioli.

“I vini hanno l’anima dalle loro radici, e l’uomo ne accompagna solo la nascita. Le grappe hanno l’anima soprattutto dall’uomo che dà loro la vita. Il vino è il canto della terra verso il cielo. La grappa è il tentativo immanente – e tuttavia fluttuante tra l’angelico e il diabolico – di trattenere quel canto”.


casimiro poli santa massenza vinacce
Distilleria Casimiro Poli, un momento della lavorazione delle vinacce – credits Distilleria Casimiro

“Fossero le grappe prodotte tutte con volontà puntuale del meglio, col proposito di artigianale perfezione, conquisteremmo – essì amici, altro che whisky e cognac – i mercati del mondo. Se la distillazione italiana imboccherà queste vie, passeranno pochi anni e saremo i primi proprio nel mercato altamente redditizio e in evoluzione dei distillati nobili.”

LE 5 DISTILLERIE DI SANTA MASSENZA

Appena si entra nel borgo di Santa Massenzia salta agli occhi un cartello stradale che, con la scritta nera su sfondo bianco, indica le direzioni da seguire per ognuna delle cinque distillerie dei Poli. Sempre più turisti si fermano a fotografare quella che è diventata una vera e propria cartolina del posto, insieme alle immagini che ritraggono il lago omonimo e i vigneti che si estendono a perdita d’occhio.
Andiamo a conoscere le 5 distillerie di Santa Massenza.

MAXENTIA – via del lago 9

Maxentia è la distilleria artigiana a conduzione famigliare giunta, con Valerio e Enzo Poli, alla quarta generazione. L’azienda può contare su due tipologie di alambicchi discontinui a bagnomaria, uno, il più antico, a quota giornaliera alimentato a legna, e l’altro, di recente realizzazione, con colonna di rettifica e apparecchio misuratore.


maxentia distilleria azienda agricola santa massenza trentino
I vigneti autoctoni dell’azienda agricola Maxentia – credits Maxentia

È una distilleria artigianale a conduzione familiare, dove la tradizione e l’esperienza hanno insegnato a prestare sempre molta attenzione e cura nella selezione delle materie prime, le quali, unite alle migliori tecniche di distillazione danno origine a prodotti di qualità superiore.

Vini e distillati sono ottenuti dalla vinificazione di uve prodotte all’interno dell’Azienda Agricola, attraverso la vendemmia manuale. Attualmente l’azienda produce Vino Santo, grappe monovitigno, barricate, alle erbe, distillati di frutta e liquori.

GIOVANNI POLIvia del lago 3

Più di cinquant’anni fa, l’azienda Giovanni Poli ha contrinuito alla trasformazione della grappa da prodotto poco pregiato in prodotto di grande eccellenza.


giovanni poli della Distilleria Poli
Distilleria Giovanni Poli – credits Giovanni Poli

La scelta della materia prima, l’adozione e l’ottimizzazione dell’alambicco discontinuo a bagnomaria, ideato dal ramiere trentino Tullio Zadra, ha permesso di mantenere le essenze e le fragranze naturali dei distillati. La distilleria di Giovanni Poli ha mantenuto, nonostante le esigenze del mercato e la naturale evoluzione tecnologica, la filosofia e la manualità delle origini, elementi indispensabili per produrre dei veri prodotti unici e pregiati.

GIULIO E MAURO – piazza S. Vigilio 4

Azienda agricola e distilleria a conduzione familiare, che da cinque generazioni tramanda la propria sapienza vinicola e l’arte distillatoria. La dimensione medio piccola, favorisce la  cura personale del lavoro nei campi e la conoscenza diretta della vigna.


distilleria giulio e mauro Santa Massenza
Veduta della Distilleria Giulio e Mauro – credits Giulio e Mauro

Attualmente l’azienda è caratterizzata da circa quattro ettari di vigneto a Santa Massenza e paesi limitrofi, coltivati a Schiava, Nosiola, Moscato, Cabernet Sauvignon e Negrara.

Dal 1995, Giulio Poli, Ferruccio Morelli, Mauro Poli e Luciano Parisi decidono di coltivare e valorizzare le produzioni autoctone della Valle dei Laghi. Soprattutto i vigneti e gli uliveti. La Valle dei Laghi e Santa Massenza rappresentano infatti storicamente il limite settentrionale massimo di coltivazione mediterranea dell’ulivo. Nascono così il “Sautern Italiano” un vino dolce che nasce da una vendemmia tardiva botritizzata, l’olio extravergine d’oliva autoctona la “Casaliva” e un’acetaia per la produzione di un peculiare aceto di mosto d’uva cotto, “Il balsamico di Santa Massenza”.

DISTILLERIA FRANCESCO – via del lago 13

Oggi, Alessandro Poli, come suo padre Francesco in passato, porta avanti l’eredità di conoscenze e tradizioni distillatorie a Santa Massenza. Con lui, ci sono i suoi figli Massimiliano, Elisa e Federico, e sua moglie Alberta. Da 50 anni, la famiglia Poli lavora e valorizza i vitigni autoctoni attraverso un’agricoltura sostenibile. L’obiettivo è consegnare alle generazioni future una terra intatta.

Alessandro ha adottato un programma di gestione agricola sostenibile per preservare l’ecosistema e la biodiversità. Questa scelta ha comportato l’eliminazione totale degli erbicidi e dei fertilizzanti chimici. Dal 1997, tutti i suoi vini sono certificati biologici. Inoltre, per arricchire naturalmente il suolo con sostanza organica e promuovere la biodiversità, utilizza coperture vegetali come favino, veccia sativa, trifogli, avena, orzo, facelia, senape, pisello e rafano.


distilleria francesco poli grappa
Alessandro Poli della Distilleria Francesco – credits Distilleria Francesco

Nel 2008, l’azienda ha acquistato un vigneto a quote elevate e piantato vitigni resistenti alle malattie fungine chiamati PIWI. Questi riducono l’uso di antiparassitari e proteggono l’ambiente. Inoltre, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, ha introdotto la varietà Valnosia, un incrocio tra l’autocotona Nosiola e una vite resistente. Dal 2004, l’azienda dispone di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia sostenibile.

DISTILLERIA CASIMIRO – via di maiano 43

Tutte le aziende di Santa Massenza possono contare su l’Ora, la brezza termica che proviene da Sud, dal Lago di Garda, che mantiene sane le coltivazioni lungo la valle e crea le condizioni ideali sia per lo sviluppo della Nosiola, il vitigno a bacca bianca che genera uno dei vini italiani nobili, il Vino Santo Trentino.


casimiro poli e le vinacce per la grappa
Bernardino Poli della Distilleria Casimiro – credits Distilleria Casimiro

Le condizioni climatiche rendono la zona di Santa Massenza particolarmente adatta alla coltivazione della vite che, per la famiglia Casimiro Poli, rappresenta una tradizione che va avanti dal 1924.
Bernardino Poli, proprietario della piccola azienda e distilleria artigianale, lavora le vigne di proprietà trasferendo l’impegno e la cura sia in cantina che in distilleria, ricavando vini pregiati, grappe selezionate, fragranti grappe di monovitigno e una serie di grappe aromatiche alle erbe officinali.

Lettrice appassionata, esperta ricercatrice di refusi. Inizio a lavorare giovanissima per la cronaca locale. Amo Roma, la mia città, credendo certi giorni di esser corrisposta. Grande appassionata di piante, caffè e ricerca delle fonti. Dopo un periodo di pausa torno a calcare le tastiere, per la redazione di Spirito Autoctono. Adoro il Gin Tonic separato - Gin da un parte, tonica dall’altra - e recentemente ho anche fatto pace con gli Amari

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