AssoDistil, etanolo dal Pakistan e danno alle imprese

Il difficile anno del settore: fiducia in calo e massicce importazioni di etanolo dal Pakistan

Nel 2023 le imprese del settore distillatorio hanno dovuto affrontare una vendemmia tra le più scarse degli ultimi 76 anni. Oltre all’aumento dell’incidenza dei costi fissi.
A questo, si aggiunge  la minaccia del Pakistan, Paese Extra UE che beneficia di un regime commerciale preferenziale esente dai dazi alle importazioni nel mercato UE e dal quale l’Italia importa etanolo. L’aumento dei volumi di importazione di etanolo dal Pakistan negli ultimi due anni in Italia è stato del 160% rispetto al 2021 con un danno complessivo stimato per le aziende di bandiera di oltre 30 milioni di euro. A lanciare l’allarme, AssoDistil, Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti, in occasione della 78° Assemblea Annuale.

AssoDistil, in collaborazione con molti altri produttori UE e tramite le associazioni rappresentative unionali ha recentemente presentato alla Commissione europea un dossier. Obiettivo, dimostrare l’urgente necessità di attivare clausole di salvaguardia esistenti nel Regolamento GSP per frenare i fenomeni di abuso di condizioni favorevoli, come nel caso pakistano. 


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La 78° Assemblea Annuale di AssoDistil, Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti – credits AssoDistil

Siamo in attesa di un pronto intervento di Bruxelles che ripristini immediatamente i dazi  per l’importazione dell’etanolo nell’Unione Europea, indispensabili per ristabilire la competitività dei produttori europei nei confronti di un Paese in cui non vengono rispettate le regole sul lavoro, sull’ambiente e sul sociale”” – spiega Antonio Emaldi, Presidente Assodistil.

Produzione stabile

Nonostante questo complesso scenario nel 2023, la produzione italiana di alcoli e acquaviti si è attestata a 104,6 milioni di litri. Con un complessivo rialzo dei volumi dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Di contro la Grappa I.G, dopo il biennio di crescita 2021-2022, registra un calo del 3,3 % in volumi (8 milioni di litri) dovuto al peso dell’inflazione. I dati presentati da Nomisma sui distillati, indicano cali del 6,9% a volume nel retail e nell’ e-commerce (-8,5%). Controbilanciati da un modesto aumento del canale cash & carry, il format distributivo nel quale si riforniscono ristoranti e bar. Oltre che da una forte ripresa dei consumi nell’Ho.re.ca, che nei primi tre mesi del 2024 registra un +6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 



Sui mercati esteri qualche preoccupazione desta il rallentamento delle vendite nei Paesi di maggior consumo come la Germania (che assorbe il 54% delle esportazioni di distillati). Segnali incoraggianti si registrano invece in Repubblica Ceca, Spagna e Paesi Bassi.

Ci auguriamo che il recente riconoscimento dei Consorzi di tutela per le bevande spiritose possa essere un ulteriore strumento per valorizzare la nostra acquavite di bandiera sui mercati internazionali e aiutare così una ripresa dei volumi esportati e una crescita dei valori. Occorre sostenere le nostre imprese che spesso, anche a causa di difficoltà legate agli aspetti burocratici e normativi, hanno difficoltà nel raggiungere nuovi mercati” – spiega Cesare Mazzetti, Presidente del Comitato acquaviti e liquori di AssoDistil.


distillati assodistil

L’indagine condotta da Format Research mostra, da parte delle aziende italiane, una fiducia leggermente in calo. Questa tendenza è dovuta anche al rincaro delle materie prime. Oltre all’aumento dei costi fissi ed a una maggiore difficoltà ad ottenere finanziamenti da parte degli istituti di credito.

Nonostante questo le aziende produttrici di distillati confermano, nel prossimo futuro, la volontà di effettuare investimenti. Per il 38% degli intervistati è prioritaria la sostenibilità, seguita dalla digitalizzazione dei processi (24%), digital marketing (24%).

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