The Gin Day “l’evento che è stato stimolo, palcoscenico e nello stesso tempo pubblico della rivoluzione Gin in Italia”
Provate a chiedere a un adolescente dove si trovasse, negli ultimi 12 anni, durante la seconda settimana di settembre. Possibile che vi mostri la foto dell’ingresso di una scuola.
Rivolgete la medesima domanda ai migliori bartender d’Italia dell’ultima decade, e sullo sfondo della foto vedrete, con altrettanta certezza, la locandina del The Gin Day di Milano.
The Gin Day è il primo, e più importante, evento dedicato al Gin in Italia che da oltre dieci anni si svolge a metà settembre. Nato nel 2013, è un punto di riferimento per bartender, addetti ai lavori del mondo Beverage, professionisti Ho.re.ca. e appassionati.
L’8 e 9 settembre tornerà a Milano per la dodicesima edizione, negli spazi di Superstudio Più di via Tortona. Di anno in anno, il format si è ampliato aggiungendo alle degustazioni, masterclass, seminari, incontri, food truck, shop e i recenti Awards. Ma prima di scoprire qualcosa in più sull’edizione 2024, siamo sicuri di sapere come è nato?
QUATTRO AMICI AL BARTENDER.IT
Nell’immaginario collettivo tutti i grandi progetti nascono in un garage. The Gin Day nasce da bartender.it, la comunità virtuale che nel 2006 si era raccolta intorno all’omonimo magazine online. Una pagina firmata da Luca Pirola, Dario Comini, Dom Costa e Agostino Perrone con dentro tutta l’esperienza dei locali e dei viaggi fatta dai quattro amici e soci.
Bartender.it nasceva con l’obiettivo di fornire ai bartender italiani uno strumento di approfondimento professionale e un luogo di incontro virtuale con i principali esponenti del settore. L’arrivo dei social network in Italia amplifica il legame fino alla decisione di creare un evento verticale nel quale incontrarsi di persona.
THE GIN DAY OLTRE LA MODA
In quegli anni esplode la gin-mania, anche se il jenever era sempre esistito nei bar e nelle case degli italiani. “Il Gin non è stata una moda passeggera semplicemente perché in Italia c’è sempre stato” – spiega Luca Pirola, fondatore di bartender.it. e imprenditore nel campo degli eventi come Mixology Exprience, Grappa experience, Rum Day e molti altri. “Il gin tonic, il negroni o il martini cocktail sono tre drink facilissimi da preparare a casa, oltre ad essere il cardine di qualsiasi cocktail bar mondiale. Il gin inoltre ti serve per fare altri drink. E’ uno strumento da lavoro”.
La moda del Gin è stata quindi una scusa per organizzare il primo raduno, che è poi alla base della comunità di bartender che conosciamo oggi. Nel 2013, The Gin Day mette in scena il suo episodio pilota portando a Milano professionisti provenienti da tutta Italia.
Negli anni la manifestazione ha ospitato personaggi di spicco dell’industry come Luca Cinalli e Gabriele Manfredi, Salvatore Calabrese e Peter Dorelli, Simone Caporale, Leonardo Leuci e Antonio Parlapiano, Fulvio Piccinino e Bruno Vanzan, Patrick Pistolesi, Filippo Sisti e chef Carlo Cracco. Senza dimenticare la presenza, in diverse edizioni, di Desmond Payne, Marian Beke, Erik Lorincz e Javier de Las Muelas.
IL PRODOTTO PROTAGONISTA
Quando The Gin Day arriva, mischia le carte. In un periodo storico in cui esistevano solo le grandi fiere dei grossisti e dei venditori insieme ai corsi e ai concorsi organizzati dalle associazioni come l’Aibes. La nuova manifestazione porta in un unico spazio le degustazioni, i convegni, la musica, gli incontri e tanto altro. Un format che ha fatto scuola ed è stato fonte di ispirazione per i tanti eventi arrivati dopo, che contengono week, day o experience nel nome.
Col tempo The Gin Day è passato dalla storica Villa Necchi – simbolo perfetto della visione aristocratica del Gin, così vicino alla corona inglese – a Spazio Pelota di via Palermo, per trasferirsi a Mega Watt e Super Studio Più di via Tortona, l’attuale sede. Tra tanti cambiamenti però, resta un punto fermo: Il prodotto.
Basti pensare che la manifestazione ha adottato, fin dall’inizio, il criterio dell’Assaggio Liscio.
Il principio è semplice: se un prodotto è buono lo è indipendentemente dal perferct serv o dal rituale. Uno scoglio che nei primi anni ha fatto vacillare qualche grande nome, ma che ha anche creato, da parte delle aziende, un’attenzione nuova verso i futuri prodotti che dovevano essere in grado di sostenere simili prove di qualità. Così come ha spinto nella scelta e nella formazione del personale da mandare in fiera: persone preparate in grado di raccontare il prodotto e non solo di prendere i contatti.
Ad oggi The Gin Day e The Gin Week sono eventi da oltre 31.000 ingressi, più di 480 aziende presenti e circa 1.200 brand in degustazione, con un seguito testimoniato da una community virtuale che, fra social e iscritti alla newsletter, conta più di 15.000 followers.
IL FORMAT
Arrivato alla sua 12^ edizione, The Gin Day è un appuntamento pensato per le aziende che vogliono parlare in primo luogo del prodotto. Attraverso la degustazione, la spiegazione delle caratteristiche e della sua storia. Il tutto con guest internazionali, seminari di aggiornamento e dibattiti.
Anche quest’anno ci saranno quindi assaggi, degustazioni agli stand e bar tematici (come il classico contemporaneo Gin&Tonic Bar, il riservato Martini Cocktail Lounge o il multi-sfaccettato Negroni bar). La cultura e la formazione divideranno il palco con guest internazionali, intrattenimento e spazi dedicati come la food court con brunch&merenda, aperitivo, live jazz e djset.
GIN AWARS
Sono i premi che, dallo scorso anno, The Gin Day assegna in base alle seguenti categorie:
- Best International Gin, dedicata ai migliori gin stranieri
- Best Italian Gin, dedicata ai migliori gin italiani
- Best idea/concept, dedicata alla creatività applicata alla produzione
- Best packaging, dedicata al design (bottiglia, etichetta, confezione, materiali) che dà valore al gin
I giudici sono scelti tra bartender, sommelier, degustatori professionisti e giornalisti di settore, oltre che designer, architetti, chef e artisti che valutano idea, concept e packaging. A loro è affidato il compito di selezionare i vincitori attraverso un blind taste. Ogni giudice infatti riceve a casa il proprio kit di assaggio e compila la scheda di valutazione separatamente dai colleghi. Una modalità che lo scorso anno ha regalato molte sorprese al momento della consegna dei premi, e che serve in primo luogo per evitare l’inquinamento del giudizio o la suggestione del gruppo.
LA GIN WEEK
Se The Gin Day dura due giorni, The Gin Week è l’evento “fuori salone” che coinvolge per una settimana i locali aderenti. Quest’anno si svolgerà dal 7 al 14 settembre e, grazie alla presenza di master blendend e master distiller italiani e internazionali, offrirà numerose Experience. Una parola che è anche un marchio di fabbrica del Gin Day.
“Il concetto dell’Experience nella nostra manifestazione – spiega Luca Pirola – nacque da subito grazie ad una mail della prima Audi Experience indirizzata a mio padre. La mail è datata 2010/2011 e la conservo ancora. L’invito si riferiva ad un week end specifico in cui si offriva l’opportunità di guidare su neve, asfalto e sabbia. Mi dissi ‘questo è un concetto che andrebbe usato anche per il prodotto!’. Assaggiarlo liscio e nel drink, farselo spiegare, farsi raccontare i dettagli compresi quelli legati alla bottiglia. Da lì presi l’idea di ‘experience‘ ”.
LO SHOP
Per i gin lovers ci sarà la possibilità di fare acquisti presso la Bottega Liquori&Spiriti, shop ufficiale di The Gin Day. Lo shop interno, gestito direttamente dall’organizzazione, è forse l’occasione più grande per farsi conoscere offerta alle realtà più piccole e giovani, prive di un distributore. La possibilità, cioè, non solo di farsi conoscere, ma anche di vendere il proprio prodotto ad un pubblico proveniente da tutta Italia, usando il passaparola per l’espansione del brand.
UNO SGUARDO LUCIDO AL FUTURO
The Gin Day, con un decennio di storia alle spalle, “è stato contemporaneamente stimolo, palcoscenico e spettatore del cambiamento” – spiega Pirola. “Abbiamo provato a dare la nostra direzione al fenomeno, ma nello stesso tempo siamo stati anche osservatori del cambiamento.”
Il mondo dei liquori e distillati sta vivendo un contesto geopolitico ed economico che getta incertezza sul mercato e riduce non solo gli investimenti delle multinazionali ma anche la capacità di spesa dei consumatori. “ Come organizzatori dell’evento è importante fare sempre meglio dell’anno precedente – prosegue Pirola. “E’ il nostro obiettivo anche per questa edizione 2024. Solo tenendo alta l’attenzione si è in grado di leggere il cambiamento.”