Il Gin, storia di un distillato affascinante

Medicinale, elisir o semplice digestivo. La storia del gin intreccia sapientemente botanica, medicina, conquiste e storie medioevali

Può il termine affascinante accostarsi ad uno spirits, e al gin in questo caso? Che domande! Ovviamente sì. Il vestito che lo rende tale è fatto dei ricami della sua storia ricca e complessa, che attraversa secoli e continenti, intrecciando sapientemente botanica, medicina, conquiste e storie medioevali. 

Originariamente questo prodotto veniva utilizzato per scopi medicinali, e se pensiamo che oggi è uno degli spirits più apprezzati al mondo possiamo dire che di strada ne ha fatta. Tralasciando le mode del momento, il Gin Tonic (per dirne uno) rimane l’evergreen dei cocktail. Quello per cui è sempre il momento giusto, il punto di inizio di una serata che potrebbe non finire mai. Luogo di incontro di chiacchiere al bancone, di promesse mantenute e di scoppiettanti partenze. 


Gin Tonic

Le origini del Gin

La distillazione delle bacche di ginepro per creare un elisir medicinale, risale al Medioevo, nel contesto della Scuola Medica Salernitana. Ma il gin, come lo conosciamo oggi, inizia a prendere forma solo nel XVI secolo nei Paesi Bassi. Il suo nome era “Genever”, ed era considerato un rimedio popolare contro i disturbi renali e digestivi. Durante la guerra degli Ottant’anni gli inglesi scoprirono questo elisir che sembrava promettere tanta salute. Lo portarono in patria dove la sua popolarità crebbe rapidamente, fino a far diventare l’Inghilterra il centro della produzione di gin, soprattutto dal XVIII secolo, durante il cosiddetto “Gin Craze”, un periodo in cui il consumo di gin era estremamente diffuso e spesso eccessivo. 


La distillazione – stampa

Gli inglesi, sulla base del genever, svilupparono diverse qualità di gin, tra cui il Plymout Gin e il London Dry Gin, caratterizzato da un gusto secco e pulito. Quest’ultimo, prodotto utilizzando metodi di distillazione più sofisticati e ingredienti botanici selezionati, è diventato lo standard per la produzione di gin di alta qualità. 

Un gin dopo cena? Sì, ecco perché 

Come abbia già accennato le bacche di ginepro, la botanica principale di questo prodotto, hanno storicamente proprietà digestive. Ovviamente non vi stiamo dicendo di bere un goccetto di gin dopo ogni pasto se soffrite di cattiva digestione. Quindi se già vi state immaginando con la bottiglia di gin vicino al letto, fermatevi, vi spieghiamo meglio. 


ginepro
Ginepro

Il Ginepro contiene composti che stimolano la produzione dei succhi gastrici, favorendo quindi la digestione. Le bacche di ginepro inoltre hanno proprietà carminative e possono quindi prevenire problemi come il gonfiore e la dispepsia. Hanno, infine, proprietà diuretiche, che aiutano la ritenzione idrica e l’eliminazione delle tossine dal corpo. Il gin, quindi, pur non essendo un rimedio miracoloso per questi disturbi, se consumato in maniera moderata (all’interno di uno stile di vita sano ed equilibrato), potrebbe offrire ottimi benefici. 



Cinque Gin da tenere d’occhio 

In occasione della Giornata Mondiale del Gin come possiamo non consigliarvi cinque etichette da tenere d’occhio? 

Un distillato siciliano che cattura l’essenza dell’Etna attraverso l’uso di botaniche locali. Il suo segreto? Ovviamente il ginepro dell’Etna. Ma non solo, ginestra, nocciola, finocchietto selvatico e arancia amara. Tutto il meglio della Sicilia in un unico prodotto per regalare un’esperienza sensoriale volta ad evocare l’energia e la bellezza di uno dei vulcani più attivi al mondo. I terreni intorno all’Etna sono molto fertili proprio grazie alle sue frequenti eruzioni e supportano la crescita di vigneti, frutteti e altre colture, rendendo possibili prodotti come Volcano.


nordes

Nato nel cuore della Galizia dall’idea di tre amici (un sommelier, un distillatore e un viticoltore), Nordès ha una sola missione: rappresentare l’essenza della Galizia utilizzando ingredienti locali e un approccio artigianale. Alla base alcolica c’è l’uva albarīnho tipica della Galizia, che dona a Nordès una nota morbida e fruttata. Questo lo rende sicuramente diverso dalla maggior parte dei gin che utilizzano principalmente cereali per la base alcolica. Le botaniche utilizzate sono ben 11, di cui sei autoctone: salvia, alloro, verbena limone, eucalipto, menta piperita e salicornia. A queste si aggiungono zenzero, cardamomo, ibisco, tè nero e, ovviamente, il ginepro. 


Aviogin arriva dalla Manifattura Italiana Spiriti, distilleria artigianale della zona di Varese. Si distingue per essere un London Dry Gin con una gradazione alcolica del 57%, noto anche come “Navy Strenght”. Questo tipo di gin era originariamente testato dai marinai della Marina Reale Inglese. Il gin, infatti, doveva essere sufficientemente alcolico da prendere fuoco se versato sulla polvere da sparo, in modo che questa restasse utilizzabile anche in caso di perdite di liquore. Aviogin, si caratterizza per un sapore robusto supportato, oltre che dal ginepro, da liquirizia, radice di angelica, coriandolo, genziana, artemisia e una botanica segreta. La Manifattura Italia Spiriti produce anche altri gin artigianali come il M.E.L.A., il Ginsubria e il Ginettone. 


L’italianissimo Eugin è prodotto a Meda, in Lombardia, dalla Eugin Distilleria Indipendente, la prima al nord Italia dedicata esclusivamente alla produzione di gin. È un London Dry Gin che si distingue per l’enfasi sul ginepro. Il numero 9 indica che la ricetta è stata perfezionata al nono tentativo. Una composizione botanica essenziale ma raffinata con ginepro, angelica, coriandolo e germogli di abete bianco. L’alcool di base è ottenuto da grano tenero italiano biologico.


aqva gin

Il marchio è prodotto da Bespoke Distillery di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. Con un approccio innovativo, ispirato alle tecniche dei profumieri, offre tre varianti: Floral, Citrus e Spicy. Il primo con un bouquet di lavanda e rosa e un dolce finale al miele. Il secondo caratterizzato da note agrumate di bergamotto e mandarino. Il terzo offre intense note speziate, cuore di galanga e fave di tonka, per finire col pepe rosa. Le sue botaniche provengono tutte la Parco Nazionale del Cilento con acqua di sorgente di San Cipriano Piacentino. 

Di origini calabresi, adottata dalla bella Roma, che considera la sua città, e momentaneamente cittadina milanese. Nasce, quasi 20 anni fa, come giornalista sportiva, ma impara presto che il suo vero talento è bere, mangiare bene e scriverne con passione. Scrive cose, dappertutto, più o meno da quando ha imparato a tenere la penna in mano, raccogliendo l’eredità di nonno e babbo. Si occupa di spirits, vino, cibo e turismo. Se proprio deve morire, vuole morire scrivendo.

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