/

ScottoJonno: miti, leggende e storie di “Sustanza”

ScottoJonno riapre al pubblico negli spazi dell’ex tesoreria in Galleria Principi di Napoli. Tra intrattenimento, arte e cultura

È di questi giorni l’ufficializzazione della data di conclusione dei lavori di riqualificazione di uno dei gioielli del Rinascimento napoletano. Entro la fine del 2025 la Galleria Principi di Napoli tornerà agli antichi splendori.
Edificata tra il 1873 e il 1883 e posizionata sulla linea che è considerata il miglio d’oro della cultura partenopea e che unisce idealmente Palazzo Reale e Capodimonte, a pochi passi dal MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), dall’Accademia di Belle Arti e dal Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella, la Galleria è passata dall’essere luogo d’incontro degli intellettuali del tempo che frequentavano i cafè chantant al degrado degli ultimi anni quando anche l’ultima attività rimasta, la Tesoreria Comunale del Banco di Napoli, trasferì i propri uffici in un’altra zona.


scottojonno napoli credit letizia cigliutti
ScottoJonno – credit Letizia Cigliutti

SCOTTOJONNO, IL PRIMO CAFÈ CHANTANT DELLA STORIA

Il processo di recupero, per il quale l’amministrazione comunale ha stanziato 10milioni di euro, è iniziato già nel 2021 con la ristrutturazione degli spazi di ScottoJonno, quello che fu il primo cafè chantant della città. Era infatti il 1894 quando Vincenzo Scotto Jonno, rampollo di una facoltosa famiglia procidana, di ritorno da Parigi, dove aveva frequentato assiduamente i cafè chantant, decise di aprirne uno a Napoli. Al locale diede il suo nome e ben presto divenne uno dei luoghi più mondani della città. Dove, in puro spirito Belle Époque, cultura, teatro, politica e spettacolo si intrecciavano creando un ambiente unico e frizzante.


scottojonno napoli
ScottoJonno negli spazi della ex Tesoreria – credit Letizia Cigliutti

Con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale finì il tempo del divertimento e, in tutta Europa, i cafè chantant chiusero segnando la fine di un’epoca. I locali di ScottoJonno a Napoli rimasero vuoti con un conseguente decadimento finché divennero sede della Tesoreria Comunale del Banco di Napoli che, seguendo le esigenze di un ufficio pubblico, ne nascose tutta la bellezza.

A riportarlo agli antichi splendori ci ha pensato un imprenditore illuminato. Luca Iannuzzi, nel 2021, con la sua Musa srl partecipa al progetto Common Gallery si aggiudica gli spazi della ex Tesoreria. Due anni di lavori, un milione di euro investimento, e ScottoJonno riapre al pubblico nel marzo 2023.


scottojonno credit letizia cigliutti bancone napoli
Il bancone di ScottoJonno – credit Letizia Cigliutti

IL PROGETTO

Il nuovo ScottoJonno – spiega Luca Iannuzzi – si presenta dopo oltre un secolo come luogo polifunzionale di cultura, di intrattenimento e di arte. È un progetto ambizioso e complesso che vuole innovare ancorandosi alla conservazione e alla tradizione, in sintonia con la mia personale visione e passione per Napoli e la sua storia, favorendo anche l’apertura a nuove culture”.


scottojonno napoli
ScottoJonno – credit Letizia Cigliutti

La cultura è il fondamento del nuovo corso di ScottoJonno. Va dal recupero minuzioso degli affreschi che adornano le pareti alte oltre 11 metri, alla riedizione degli arredi ispirati a quelli del periodo d’oro della Galleria fino alla biblioteca, realizzata con la Fondazione Guida alla Cultura e Guida Editori. Sono di oltre 1800 volumi (enciclopedie, dizionari e romanzi) consultabili gratuitamente. Il progetto è racchiuso in un’App da cui si possono selezionare i libri ma dove sono riportati anche i misteri che costellano la vita di Napoli e la spiegazione dei dipinti e delle stampe che si ritrovano nelle teche presenti nelle sale che rappresentano momenti della storia della città dal Regno Borbonico, al Regno di Napoli fino alla dominazione napoleonica.



LIBRI, COCKTAIL E STELLE

E in puro stile Belle Epoque si può leggere un libro, seduti in una poltroncina comoda e sorseggiando, a seconda del momento della giornata, un caffè, un te o un ottimo cocktail.
La drink list è stata elaborata con la consulenza di Domenico Carella e comprende una lista di sei signature cocktail ispirati ai miti e ai misteri di Napoli.

Noi siamo un locale storico – spiega Leandro Ruggiero, bar manager di ScottoJonno – posto in uno dei gioielli più preziosi della città: la Galleria Principe di Napoli. Molto più antica della conosciutissima Galleria Umberto, la Galleria Principe fu costruita tra il 1870 e il 1883 ed era parte del progetto di ristrutturazione urbana intrapreso in epoca Borbonica. Per questo volevamo creare una carta cocktail che rispecchiasse l’epoca attuale passando per la storia della miscelazione. Il nostro menu attualmente è composto da una serie di cocktail classici dimenticati che abbiamo ripreso, ci sono poi gli immancabili e i signature”.


Leandro Ruggiero, bar manager di ScottoJonno

Molti miscelati di ScottoJonno vengono personalizzati con distillati e spirit home made. “Per esempio – continua Ruggiero – facciamo un amaro con erbe campane, un distillato a base di frutta secca e crusca, un altro con il gelsomino del bosco di Capodimonte. Al momento stiamo lavorando a un progetto che, in futuro, vedrà la creazione di una nostra linea di alcolici ScottoJonno“.

CULTURA E MEDITERRANEO IN CUCINA

La proposta food di ScottoJonno è opera di Marco Ambrosino, chef del Sustanza e fondatore del Collettivo Mediterraneo. Un progetto di inclusione sociale e culturale. Si propone di raccontare la multiculturalità, la biodiversità e le esperienze di donne e uomini che hanno costruito la storia come abitanti del Mediterraneo. Procidano come Vincenzo Scotto Jonno, Ambrosino ha affiancato Iannuzzi fin dagli albori del progetto in Galleria portando la sua idea di cucina nel ristorante e nel bistrot. Le materie prime del territorio si ritrovano nella rivisitazione di piatti mediterranei come le freselle, la pita, i tacos e poi verdure, cotte e crude, pesce, molluschi, carne per proposte dai nomi fantasiosi che riportano, anch’essi ai miti di Partenope. In carta anche una selezione di dolci del pastry chef Federico Andreini, pensati come un continuum del percorso salato, sia in termini concettuali sia organolettici.


Domenico Carrella, consulente ed esperto mixologist

I COCKTAIL SIGNATURE

Per capire l’ispirazione da cui sono nati i signature cocktail, prima di ordinare vi consigliamo di dare una lettura alle leggende napoletane o ai momenti salienti della storia della città. Sono riportati nell’app del locale. Nel percorso dei signature, che anche nella presentazione richiamano l’episodio storico o la leggenda o ancora il luogo a cui si ispirano, non si poteva che partire da San Gennaro e dal miracolo dello scioglimento del sangue.

San Gennaro è il cocktail best seller del locale e si presenta sotto forma di una sfera di ghiaccio contenente un liquido rosso sangue. Insieme al bicchiere viene portato al tavolo un martelletto. Serve a rompere la sfera da cui esce un cocktail twist del Negroni. Questo è composto da gin, mirtilli lattofermentati, bitter vermouth di melograno e burro di bufala.


la strega del vesuvio scottojonno napoli
La Strega del Vesuvio – credit Letizia Cigliutti

La Strega del Vesuvio e la leggenda della Vecchia ‘e Mattavona

Strega del Vesuvio è ispirato alla leggenda della Vecchia ’e Mattavona. Una strega buona che protegge il sonno degli abitanti dei paesi vesuviani da spiriti ed entità malvagie. Il cocktail la rende unendo al Talisker whisky e al gin, un cordiale di Pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop e sedano, il liquore al caffè e soda al tagete, fiori che anch’essi si coltivano alle pendici del vulcano. Il servizio prevede che il bicchiere venga chiuso da una cialda leggermente piccante realizzata con gli scarti dei Pomodorini utilizzati per il cordiale. La cialda va messa in bocca insieme al cocktail così da amplificarne i sapori. Una particolarità è nascosta nel cubo di ghiaccio: un Vesuvio che sciogliendosi rilascerà la sua lava.


spaccanapoli scottojonno napoli
Spaccanapoli – credit Letizia Cigliutti

Spaccanapoli, la città che si divide, ma non sul drink

Dal nome della strada conosciuta in tutto il mondo perché divide Napoli in due, Spaccanapoli, è un cocktail che si presenta tagliato a metà. La parte superiore è blu ed è composta da rum, vermouth e spirulina. La metà chiara sottostante è un cordiale di cetriolo e sedano tostato. Il cubo di ghiaccio è sostenuto da un particolare cucchiaino. Va immerso e sollevato più volte finché il cocktail diventa di un azzurro uniforme: il colore simbolo di Napoli.

Di masaniello, lazzaroni e spagna dei vicerè

La rivolta dei Lazzaroni guidati da Masaniello nel luglio del 1647 sollevò la popolazione contro le autorità spagnole del vicereame. Nel cocktail si ritrovano tutti i particolari della storia del pescivendolo di piazza del Mercato. Il distillato di frutta secca e crusca bruciata richiama il motivo scatenante della rivolta. Ovvero l’incarcerazione della moglie di Masaniello che non aveva pagato la gabella sulla frutta secca e sulla farina che stava portando al mercato. Ci sono poi tutti i sentori delle bancarelle come le uve mature dello sherry fino, le spezie del vermouth rosso e il piccante del chipotle.


scottoJonno la rivolta di napoli masaniello
La rivolta di Masaniello – credit Letizia Cigliutti

Fontana delle Zizze, inno a partenope

Alle spalle del Duomo, addossata alla chiesa di Santa Caterina della Spina Corona, c’è la fontana della Spinacorona. È detta “delle zizze” perché è composta dalla statua della sirena Partenope, mentre spegne le fiamme del Vesuvio con l’acqua che le sgorga dai seni. Il cocktail Fontana delle zizze, composto con pisco ridistillato al gelsomino, cordiale aneto e pera e soda, viene mantenuto alla giusta temperatura da una statuetta refrigerata stampata in 3D posta all’interno del bicchiere.


real orto botanico scottojonno napoli
Real Orto Botanico – credit Letizia Cigliutti

Real Orto Botanico e la città antica

Una delle uscite della Galleria dove si trova ScottoJonno dà su via Foria. Questa è una storica strada di Napoli che, partendo da piazza Cavour scende fino a Piazza Carlo III, delimita il nucleo antico della città. Fra i luoghi d’interesse che si affacciano sulla via c’è il Real Orto Botanico. Il cocktail che ne porta il nome è un twist del margarita che ne ricorda i profumi verdi. Merito dello sciroppo di mirto, alloro e dragoncello, del limone e del mezcal con cui viene realizzato un fat washing all’olio di cocco.

I siciliani si dividono fra siciliani di terra e siciliani di mare. Quelli di terra rimangono nell’Isola, quelli di mare viaggiano in giro per il mondo ma tornano sempre a casa. Io sono una siciliana di mare e le passioni conducono la mia vita. Ho fatto dell’amore per la scrittura la mia professione e per questo sono diventata giornalista. Racconto storie di vita, di territori, di viaggi e cibi attraverso la lente delle mie esperienze e del mio sentire. Esploro il territorio insieme alle persone che mi raccontano le loro emozioni e il loro saper fare, un sapere millenario frutto dell’unione di tradizioni e di tecnologie moderne.

Potrebbero interessarti