Ballor 100 cover
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Ballor, alla sfida delle cento erbe

Ballor 100, la terza etichetta premium dello storico brand acquisito e rilanciato da Bonollo.

L’alchimia in chiave contemporanea. Cento botaniche provenienti da cinque continenti (mancherebbe il sesto, ma fortunatamente il global warming non è arrivato al punto di far fiorire l’Antartide), tre anni di lavoro per raggiungere un equilibrio tutt’altro che facile da centrare. «Non è stata una passeggiata, ma oggi siamo contenti», ci racconta Elvio Bonollo a Milano, nel suggestivo chiostro dell’hotel Indigo, dove è stato presentato il frutto di questa ricerca applicata alla liquoristica. Si tratta di Ballor 100, terza referenza a marchio Ballor, storica label torinese acquisita e rilanciata da Bonollo, azienda leader della grappa e della distillazione made in Italy con oltre 70 milioni di ricavi nel 2022. Un’operazione già raccontata sulle pagine di Spirito Autoctono.

Dopo il vermouth dedicato a Paul e il gin di Emilie, due dei tre amici che nel 1856 fondarono Ballor a Torino, mancava soltanto Henry, di cognome Freund, l’elemento più importante del gruppo, se non altro perché fu lui a metterci i soldi. «Era un proprietario terriero, decise di vendere buona parte dei suoi possedimenti per dedicarsi agli spirits. Una scelta rischiosa e dettata dall’istinto, ma alla fine ebbe ragione», ricorda oggi Bonollo. A Henry è dedicato il prodotto più complesso e ambizioso: l’amaro.


L’amaro Ballor 100

Gin, vermouth e amaro

Ballor 100, “l’Esotico Italiano” come lo hanno definito in Bonollo, rappresenta un naturale completamento della gamma per la mixology, ma si va oltre. Perché gli amari entrano sì in miscelazione, ma sono anche una specialità italiana che ha conquistato il mondo e sembra destinata a ulteriore gloria in futuro. Esattamente come la grappa, il distillato tricolore per antonomasia di cui Bonollo è specialista sia per le produzioni base destinate al canale private label sia per la fascia premium a marchio Of, sono gli amari a interpretare il ruolo di protagonista dell’Italia nell’ambito della liquoristica. Pertanto, Ballor 100 diventa una referenza di importanza strategica nel rapporto tra il gruppo Bonollo e il canale horeca e superhoreca. Per questo motivo, alla presentazione del nuovo prodotto, Bonollo ha coinvolto il brand ambassador Mauro Suman e la giornalista botanista Laura Bianchi, facendo emergere alcune peculiarità delle botaniche che compongono l’amaro.

Erbe aromatiche, spezie e radici sono state raccolte ed essiccate secondo la ricetta segreta di Casa Ballor, macerate con i tempi appropriati per ottenere la più nobile estrazione delle componenti aromatiche. Le infusioni sono poi state miscelate e hanno riposato a lungo. Ballor 100 presenta note amaricanti con rabarbaro, genziana, assenzio, china, angostura; balsamiche con menta e lemon grass; speziate con cannella, pepe garofanato, curcuma, pepe di cubebe, mirra; vegetali per il fieno greco. La gradazione alcolica è pari al 32%. In bocca è elegante, rotondo e bilanciato. “C’è una pulizia di fondo, prova ulteriore della qualità del lavoro fatto dai nostri liquoristi. Del resto la nostra azienda non è certo nuova in quest’ambito, nel quale ci muoviamo da almeno un secolo”, ha precisato Bonollo.


Ballor Gin

In crescita nei nove mesi

Non c’è due senza tre, ma ora perché arrivi la quarta referenza bisognerà attendere un po’ di tempo… Almeno questa è la sensazione emersa dal dialogo con Elvio Bonollo, che vuole mettere a terra gli investimenti fatti con testa e visione di mercato sul marchio Ballor. «Sarà fondamentale raccontare e spiegare questi tre prodotti al trade e al consumatore finale», insiste l’imprenditore padovano, esponente di quarta generazione della Bonollo Umberto Spa, azienda con sede a Mestrino. Mentre dice così, si avvicina il bartender di un noto hotel 5 stelle lusso di Milano e lo incoraggia: «Continuate così, la strada è giusta, il vostro gin lo abbiamo già in linea».

Ma se Ballor è la novità, naturalmente ancora poco rilevante per il giro d’affari complessivo della società, il core business della grappa continua a regalare soddisfazioni. «Of è in crescita e continua a rappresentare il punto di riferimento di Bonollo, a conferma del fatto che nel mercato c’è spazio per un prodotto di qualità e di esperienza sensoriale. Poi il private label ha un ruolo importante per il completamento del business, al pari del marchio Bonollo». Obiettivo a fine anno? «I due ultimi mesi saranno come sempre quelli decisivi, e non possiamo fare previsioni. A oggi, sul pari periodo, siamo in crescita e speriamo di rimanervi», conclude.

Giornalista specializzato in economia della moda, del design e del food&beverage. Attualmente scrivo per Milano Finanza, Vogue Italia, Gambero Rosso, Gruppo Food, Corriere Vinicolo e altre testate italiane ed estere.

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