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Federvini: spirits italiani, export 2022 da record (+25%)

Vale più di 20 miliardi di euro il fatturato di spirits, vino e aceti italiani, che rappresentano il 21% dell’export complessivo food & beverage italiano. In questo scenario gli spirits italiani segnano un record nell’export, con un valore di 1.650 milioni di euro (+25%).

È l’istantanea scattata da Nomisma per Federvini, che aggiorna i dati parziali già usciti su gennaio-ottobre 2022 (qui l’articolo con il report), a pochi giorni dall’approvazione in Irlanda del provvedimento sui cosiddetti health warning per le etichette di bevande alcoliche (qui un precedente approfondimento sul tema). Una norma che secondo Federvini «preoccupa il comparto non solo per le possibili conseguenze economiche sulle filiere produttive, contravvenendo al principio del libero scambio all’interno dell’Unione Europea».

Secondo Micaela Pallini, presidente di Federvini, «la scelta irlandese mette sullo stesso piano consumo e abuso, senza intervenire sull’educazione ad un approccio responsabile e moderato e quel che è peggio è che si rivelerà sostanzialmente inutile. Sulla questione, l’Italia ha saputo muoversi compatta, istituzioni e imprese, ma dobbiamo ora continuare a fare squadra sul piano internazionale per evitare che il caso irlandese possa indurre altri Paesi a seguire la stessa strada», aggiunge Pallini, che sottolinea come le imprese italiane esprimano un patrimonio non solo produttivo ma anche in grado di rappresentare il nostro Paese nel mondo. «L’Italia – prosegue la presidente – è anche un Paese tra i più virtuosi per lo stile di vita, di alimentazione e di consumo moderato. Alla base della decisione irlandese c’è la mancata comprensione che l’abuso si sradica e si combatte con l’educazione, non con il proibizionismo», conclude, invocando da parte dell’Irlanda e di Bruxelles una maggiore ispirazione alla cultura italiana, ai valori della dieta mediterranea e a un consumo consapevole.

A queste problematiche si aggiungono le critiche ribadite da Federvini in merito alla riforma del regolamento europeo sugli imballaggi, che presenta diversi rischi come, ad esempio, quello di privilegiare le pratiche di riuso, difficili e costose da attuare da parte delle imprese, a discapito del riciclo che vede l’Italia ai vertici in Europa, e di spingere il mercato alla standardizzazione del packaging con effetti negativi sull’immagine dei prodotti.

Health warnings ed educazione, arrivano le Linee Guida di Federvini

L’educazione al consumo moderato delle bevande alcoliche resta una delle mission essenziali di Federvini, che ricorda come la scarsa efficacia degli health warning nel prevenire comportamenti sbagliati sia stata messa in luca anche dagli studi curati dal professor Gregor Zwirn dell’Università di Cambridge.

Per ribadire la propria posizione, l’associazione lancia le “Linee Guida sull’autoregolamentazione nella comunicazione commerciale e promozionale delle bevande alcoliche”, un documento organico che riepiloga le raccomandazioni che tutte le aziende associate devono prendere a riferimento nelle proprie azioni di comunicazione al pubblico. Scopo delle Linee Guida è quello di garantire uno standard di comunicazione commerciale e promozionale di bevande alcoliche che sia corretto e trasparente e che promuova modelli di consumo ispirati ai criteri di misura e responsabilità.

«Abbiamo ritenuto fondamentale redigere le Linee Guida di autoregolamentazione nella comunicazione commerciale e promozionale di bevande alcoliche, per richiamare quei princìpi e quei valori di promozione del consumo moderato e responsabile, che sono sempre stati parte della mission di Federvini – ha ricordato Giuseppe D’Avino, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini – Da questa coscienza, che connota lo spirito delle nostre aziende, nascono le Linee Guida che intendono fornire agli Associati uno strumento concreto per la pianificazione di una comunicazione eticamente corretta».

Il consumo consapevole è stato al centro anche dell’iniziativa “No Binge – Comunicare il consumo responsabile” avviata dalla Federazione insieme all’Università La Sapienza di Roma. «Siamo orgogliosi del successo di questa prima iniziativa che conferma l’importanza di sensibilizzare in particolare i più giovani, sul tema della moderazione – dichiara Barbara Herlitzka, presidente del Comitato Aspetti Sociali Bevande Alcoliche di Federvini – Contiamo di estendere ancora questo perimetro di collaborazione, interessando altre realtà accademiche italiane, con l’auspicio di coinvolgere le istituzioni».

Spirits: export e mercati secondo i dati Federvini

È record nelle esportazioni di spiriti nazionali, che lo scorso anno hanno prodotto un fatturato di 1.650 milioni di euro. Così Nomisma aggiorna per Federvini i dati relativi al 2022, segnalando una crescita del +25% nelle vendite rispetto al 2021. Si ridimensiona così la volata registrata nei mesi tra gennaio e ottobre (+29%, ne avevamo dato notizia in questo articolo), ma pur sempre con un risultato più che positivo.

A trainare le vendite – lo sapevamo – è la categoria liquori e amari con un valore di 530 milioni di euro e una variazione in valore del +20% rispetto al 2021. Dal canto suo, la grappa cresce del +16% per un valore delle vendite di 60 milioni di euro, tirando un po’ di più il freno negli ultimi mesi dell’anno rispetto a liquori e amari (nei dati di gennaio-ottobre registrava la più alta percentuale di crescita di categoria, +23%).

Sul fronte dei singoli mercati, per i liquori nazionali la principale destinazione si confermano gli Stati Uniti che assorbono il 23% circa dei prodotti di categoria, seguiti da Germania (18%) e Regno Unito (12%). E resta interessante, la volata dei Paesi Bassi già rilevata negli scorsi mesi (+57% in valore e +39% in volume), pur pesando solo per il 5% nelle vendite. La grappa domina invece sul mercato tedesco, che assorbe il 59% dell’export per la tipologia di prodotto (valore delle vendite in crescita del +24%). Seguono, in termini di market share, Svizzera (14%), Austria (5%) e – a pari merito – Canada e Usa (3%).


Federvini, dati spirits, vino e aceti
L’export di grappa e liquori

Consumi fuori casa, spirits lisci a +88%

È positivo, nel frattempo, l’andamento dei consumi fuori casa, in ripresa dopo il periodo pandemico (+19% delle visite rispetto al 2021), che genera nel complesso un fatturato 93 miliardi di euro.
In uno scenario in cui la ripresa economica italiana rallenta, con un PIL a 3,9% rispetto al 6,6% del 2021 (e con una previsione di 0,6% per il 2023), l’on trade spinge la crescita del comparto beverage, rispetto alla grande distribuzione organizzata in cui calano gli acquisti delle famiglie italiane (sempre in questo articolo il dettaglio per categoria di prodotto dal precedente report di Federvini).

Il giro d’affari per i pubblici esercizi registra così nel 2022 una crescita del 33%, con un raddoppio nel primo trimestre dell’anno rispetto al trimestre 2021 in cui vigevano le restrizioni per il Covid. La categoria con le migliori performance in percentuale è quella degli spiriti lisci (+88%), seguiti da cocktail alcolici (+32%), poi amari e dopo pasto (+24%, separati – non si sa per quale motivo – dagli “spirits lisci” nell’elaborazione dei dati Tradelab per Federvini), seguiti da vino (+24%) e bollicine (21%). Tra pranzi, cene, aperitivi in locali italiani – diurni e notturni -, sono stimate a 1,47 miliardi le consumazioni di vini e spiriti nel 2022, in aumento del 28% sul 2021. Occorre precisare che, analizzando il totale delle consumazioni, circa 800 milioni sono relative al vino, che tra fermo e spumante riguarda da solo il 55% dei consumi. Gli spirits (che i dati Tradelab per Federvini suddividono tra “Spiriti lisci” e “Amari e liquori dolci”) pesano per il 20%, mentre i cocktail per il 25. A trainare questa categoria è soprattutto il rituale dell’aperitivo (qui l’articolo da Aperitivo Festival con i dati Nielsen), dominato dai drink semplici. Tra le preferenze, Tradelab evidenzia quella per lo spritz, seguito dal gin tonic (fatevi una cultura con questo articolo) e dal Negroni.


Federvini, dati spirits, vino e aceti
I dati dei consumi fuori casa

Italiani e consumo responsabile

È un comportamento virtuoso quello dei consumatori di vino e spiriti italiani, secondo la survey “Analisi sul consumo responsabile delle bevande alcoliche” a cura di TradeLab. Gli italiani si distinguono infatti per un consumo responsabile delle bevande alcoliche, quasi sempre associato al cibo e a momenti di convivialità. Nove italiani su dieci consumano alcolici con moderazione (solo il 14% del campione dichiara di esagerare a volte). Il 78% li abbina sempre ai pasti.

Quanto all’espressione “consumo responsabile”, il 60% degli intervistati la associa al concetto di sicurezza, il 48% all’abbinamento al cibo e il 30% all’amicizia. Ora, sulla voce “amicizia” forse occorrerebbe capire il motivo per cui Tradelab l’abbia inserita tra le opzioni di risposta in merito al significato di “consumo responsabile”, ma il dato registrato è senza dubbio interessante e inaspettato: forse il consumo “responsabile” e “in compagnia” si oppongono a quello in solitudine, sicuramente non proprio edificante.

In termini di consapevolezza, il 74% degli italiani ritiene importante la capacità di evitare l’abuso di alcol e il 72% la conoscenza delle problematiche e alle conseguenze correlate al consumo eccessivo. La ricerca rivela infine una sensibilità diffusa sull’argomento dell’abuso di alcol, con l’85% degli italiani che sente il tema vicino (il 60% delle persone tra i 18 e i 34 anni dichiara anche di volerne sapere di più). Sul profilo della comunicazione, il 64% del campione più giovane under 35 ritiene che sia un aspetto molto importante in termini di sensibilizzazione, percentuale che sale al 71% tra gli adulti (35-54 anni).


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Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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