Arrivano i commenti di Usa e Cuba in merito alla notifica inviata dall’Irlanda sul provvedimento Public Health Alcohol Labeling Regulations 2022, prima della scadenza – oggi, 7 maggio – dei 90 giorni di tempo dati ai Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
Il provvedimento irlandese prevede di introdurre l’obbligo di riportare indicazioni relative al cancro, alle donne in gravidanza e alle malattie del fegato nell’etichettatura e presentazione delle bevande alcoliche immesse nel mercato domestico (ne avevamo scritto in questo articolo).
A fine 2022 è terminato il periodo di stand still fissato dalla procedura europea TRIS e, data l’assenza di ogni azione da parte della Commissione Europea, l’Irlanda ha ricevuto un sostanziale via libera alla normativa, nonostante i pareri circostanziati inviati nei mesi scorsi da oltre dieci Paesi, tra cui Italia, Francia e Spagna.
Pallini, pres. Federvini: «Auspichiamo che i commenti di Usa e Cuba conducano la Commissione Europea a considerare i profili critici legati alla normativa irlandese»
Federvini, tramite le associazioni europee Comité Vins e spiritsEUROPE, ha lavorato per sensibilizzare i principali partner non europei affinché potessero partecipare alla procedura avviata con la notifica a livello OMC. Da quanto risulta alla Federazione, le Autorità irlandesi avrebbero deciso di sospendere ulteriormente l’applicazione della normativa in attesa degli esiti della procedura dinanzi all’OMC.
I commenti di Usa e Cuba
Ieri USA e Cuba si sono espresse con propri commenti riprendendo, in buona sostanza, le stesse perplessità già evidenziate nei mesi scorsi dai Paesi membri UE.
Secondo Micaela Pallini, presidente Federvini «I commenti espressi da Stati Uniti e Cuba presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio rappresentano un segnale importante e significativo per stimolare l’attenzione internazionale su un tema di comune interesse quale quello della tutela della libera circolazione delle merci e della corretta informazione dei consumatori. Auspichiamo che i commenti di Paesi terzi possano condurre la Commissione europea a considerare con attenzione i profili critici legati alla normativa irlandese e le conseguenze non solo economiche ma anche reputazionali della stessa Unione europea che potrebbero derivare dalla sua applicazione. Ci auguriamo che i contributi internazionali possano agevolare l’apertura quanto prima di un dialogo trasparente e costruttivo con l’Irlanda e con tutti i soggetti istituzionali per riportare il dibattito nella giusta direzione di un contrasto all’abuso attraverso l’educazione e l’informazione corretta dei consumatori».
A questo link il nostro ultimo aggiornamento sul tema con il commento di Federvini.